Cultura e Spettacoli

Come sono griffati i Puffi: sembrano uno spot

E' un film o una pubblicità? Ogni elemento della pellicola è studiato per piazzare un prodotto. Non si tratta di fare le verginelle timide che si scandalizzano per i peccati dell’umanità ma soltanto di riflettere sulla piega che ha preso il cinema

Come sono  griffati i Puffi: sembrano uno spot

Per carità. Non si tratta di fare le verginelle timide che si scandalizzano per i peccati dell’umanità ma soltanto di riflettere sulla piega che ha preso il cinema. La pubblicità è l’anima non solo del commercio ma di ogni attività che voglia sopravvivere in scenari economici sempre più neri. Che l’industria del grande schermo, già penalizzata di suo dal moltiplicarsi del download illegale, provi a convogliarne una parte sfruttando il cosiddetto «product placement» (l’inserimento esplicito nei film di riferimenti a determinati prodotti) non meraviglia più nessuno.

A colpire, però, è il fatto che nella pellicola sui Puffi, destinata (così dovrebbe essere) ai bambini, si sia fatto un passo in avanti. Guardandola, si ha la sensazione forte che l’intera trama sia stata pensata a tavolino per veicolare la vendita di gadget, videogiochi, accessori ed elementi multimediali. Qui, siamo in pieno high concept movie, tipico dei blockbuster per adulti, dove ogni singolo elemento viene scelto e ponderato dopo attente indagini di mercato.

Non è casuale che alcune sequenze vengano girate a FAO Schwartz, il famoso negozio di giocattoli dove, guarda caso, i Puffi sono scambiati per bambolotti animati con conseguente caccia al «lo voglio a tutti i costi» che finisce per trasmettersi anche nel bambino in sala.

Che poi, senza apparente motivo, gli strani omini blu ed il protagonista maschile della storia si cimentino, all’improvviso, in una sessione coinvolgente del videogame musicale Guitar Hero non sembra una scelta casuale. È un caso, poi, che proprio Patrick, l’uomo che accoglie i Puffi nella sua casa di Manhattan, sia, nel film, un pubblicitario, definito come un indovino?

E non perdetevi gli inserimenti, a vario titolo, di scene che coinvolgono Google, il portatile Sony Vaio, Microsoft (che il Grande Puffo definisce «la finestra magica») e via dicendo.

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