Cronache

«Sono vicepresidente dei club»

Nome.
Alberto.
Cognome.
Villa.
Età.
35 anni
Fede.
Rossoblù.
Genovese di…
Borgoratti, anche se nato a S. Martino.
Professione attuale.
Consulente politico e iscritto al secondo anno di Storia contemporanea per diletto.
"Professione" rossoblù.
Vicepresidente dell'Associazione Club Genoani, da due mandati.
La prima partita a …
La prima partita da rossoblu è stata con mio padre, che mi portava già da bambino allo stadio: mi ricordo un Genoa- Palermo, vissuto sulle sue spalle, per esempio. Ma certo non il risultato. Quelle vissute appieno con il cuore da tifoso partono dal 1985. Da Vicenza- Genoa, per l'esattezza, vista e vissuta con il mio migliore amico, Stefano, quello con cui ancora oggi vado in vacanza e che è stato il mio primo compagno di banco al primo giorno di scuola delle elementari. Di quella partita, fino a poco tempo fa, conservavo ancora il tagliandino in tasca per ricordo.
Pazzie fatte per la "fede".
Non le chiamerei pazzie… O forse ciò che io reputo normale non lo è per gli altri. A parte questo, non ricordo grandi follie. Anche se spesso faccio viaggi interminabili, da solo, per raggiungere dal luogo in cui mi trovo per lavoro gli altri tifosi in trasferta, e assistere alla partita. O, forse, una pazzia l'ho fatta anche io, per il Genoa: salire su un Cessna russo. Con accanto Burlando…
La partita più bella.
Ricordo con gioia un Genoa- Lecce, in casa, in cui diluviava. Eravamo sotto, riuscimmo a vincere.
E, poi, tutte le trasferte. I genoani sono famosi per le "tappe" in ristoranti e locali tipici durante la strada che conduce allo stadio. Bene, una volta a Parma eravamo così brilli che siamo riusciti ad arrivare quindici minuti dopo l'inizio della partita.
Quella più triste.
La trasferta a Firenze, senza dubbio.
La curiosità.
Ho una sciarpa che ha visto il Genoa andare in Uefa. Da quando i rossoblu erano in B, quella sciarpa non ha più visto la luce. L'ho lasciata chiusa nel cassetto, in attesa di tempi migliori. Ora, il momento tanto atteso, dopo dieci anni è finalmente arrivato.
Essere genoani significa…
E' un modo di vivere. Non dico che il Genoa sia tutto, certo. Ma, senza dubbio, è tanto: è la città, è l'educazione che ho ricevuto da mio padre. Lui mi diceva: "se nu t'e genoano, te scuru". E se la domenica il Genoa vinceva, in casa c'erano i pasticcini. Altrimenti, era brodo di trippa. Ora, anche se il "menaggio" con Dotta è continuato, per me i sampdoriani non esistono: Genova è solo rossoblù.
Una parola per la bufera del Genoa dopo i dieci anni di attesa?
Dico solo che ho fiducia nella società.

E nel presidente Preziosi.

Commenti