Sostituita durante la notte la targa a Pinelli

Albertini: «Promisi alla vedova Calabresi che l’avrei cambiata entro la fine del mio mandato e l’ho fatto»

Chiara Campo

Un «blitz» in piena notte. Per evitare di agire alla luce del sole, quando tensioni e proteste sarebbero state molto più che una probabilità, il Comune ha sostituito la targa abusiva che ricordava la morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli in piazza Fontana con una lapide ufficiale, con tanto di stemma del Comune. E una dicitura che pareggia i conti con la storia: la frase «ucciso innocente» nei locali della questura di Milano il 15 dicembre del 1969 ora è cambiata con «innocente morto tragicamente».
Una versione con cui l’amministrazione civica ristabilisce la verità dei fatti e rende memoria al commissario Luigi Calabresi, sospettato di essere il responsabile della morte di Pinelli - che, tra i primi interrogati dopo l’attentato alla Banca dell’Agricoltura, morì cadendo dal quarto piano della questura - ma già assolto con formula piena dal giudice Gerardo D’Ambrosio. Immaginando una probabile insurrezione da parte dei gruppi anarchici, dopo che la notizia che il sindaco avrebbe formalizzato alla giunta la richiesta di sostituire la targa nella seduta di domani (come anticipato da Il Giornale), i tempi sono stati anticipati. Ieri notte la targa è stata cambiata, «quando il concorso della folla poteva essere evitato», spiega Albertini, che ironizzando consigliava ieri a chi voleva vederla di «fare in fretta, perché nel pomeriggio può darsi che i centri sociali la divelgano».
Ieri mattina la giunta, riunita in fretta e furia, ha formalmente approvato la sostituzione. «La città - sostiene il primo cittadino - aveva il dovere di ristabilire la verità storica, non solo nelle aule di giustizia ma anche nelle proprie piazze. Era una targa abusiva firmata da un’inesistente persona giuridica, “gli studenti democratici di sinistra”, e incompatibile con la verità accertata dalla magistratura». Il sindaco ha poi raccontato che, anni fa, la vedova del commissario, Gemma Capra, e il figlio gli espressero il desiderio che la lapide venisse sostituita: «Promisi che lo avrei fatto prima della fine del mio mandato, e ho mantenuto».
«Non credo - afferma il vicesindaco Riccardo De Corato - che dopo tanti anni dalla morte di Pinelli si potesse tenere una targa non chiara, che metteva in dubbio il ruolo della polizia. La nuova dicitura rende giustizia a Calabresi e il Comune ha reso omaggio nello stesso tempo a Pinelli la cui tragica morte non è più ricordata con una targa abusiva ma con lo stemma della città».
Il capodelegazione di Forza Italia in giunta, Bruno Simini, sottolinea che «è corretto rendere omaggio alla verità: se ci sono assolti non ci possono essere parole sulla targa che richiamino a un omicidio, la nuova versione è coerente con la verità stabilita dai giudici».

Anche il capogruppo azzurro in consiglio comunale, Manfredi Palmeri, conferma il parere favorevole a un’azione che «ha cancellato una contraddizione», e si augura che «tutti si riconoscano in questo atto di verità storica, e nessuno utilizzi la scelta per alzare i toni con un secondo fine». L’assessore Giulio Gallera assicura che «sulla richiesta del sindaco c’è stata piena condivisione da parte di tutta la giunta. Finalmente è stata ricostruita la verità dei fatti».

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