Sottomarini negli abissi di un lago siberiano: cercano l'oro degli Zar

Nell'inverno 1919-1920 scomparve nel lago Baikal un convoglio dell'Armata Bianca con un tesoro inestimabile. L'Accademia russa delle Scienze lo cerca ben oltre i mille metri di profondità: ne vale la pena

Mini sottomarini in grado di scendere a oltre 1600 metri di profondità sono stati impiegati nel gigantesco e gelido lago Baikal, in Siberia, per cercare un tesoro senza pari. Si tratta della caccia al mitico «oro dello Zar», di cui si sono perse le tracce ormai novant'anni fa. E rano gli anni della guerra civile in Russia, seguita alla Rivoluzione d'Ottobre del 1917. Ancora nell'inverno 1919-1920 l'Armata Bianca, opposta a quella Rossa che aveva preso il potere a Pietroburgo, combatteva per una causa che ormai era perduta. La storia (ma forse sarebbe meglio dire «la leggenda») racconta che l'ammiraglio Aleksandr Kolchak, alla guida di una ritirata a piedi e su carrozze trainate da cavalli verso l'estremo Oriente, portava con sé un carico stimato in 1600 tonnellate d'oro, appartenente appunto allo Zar (nel frattempo morto fucilato a Ekaterinburg con tutta la famiglia): il suo valore oggi si calcola in miliardi di euro. Il clima era spaventoso, con punte di 60 gradi sotto zero, quando il convoglio attraversò il lago ghiacciato. Una versione della tragedia racconta che il gelo portò tutti alla morte e che con l'arrivo della primavera, quando la crosta di ghiaccio si sciolse, i corpi dei morti e il loro prezioso convoglio finirono sott'acqua: che significa in un abisso impressionante, considerato che la profondità massima del Baikal è di ben 1600 metri. Un'altra versione parla invece di vagoni della Transiberiana precipitati, sempre a causa del gelo che ghiacciò i binari, nell'abisso presso Capo Polovinny.
Venerdì uno dei sottomarini inviati dall'Accademia russa delle scienze e finanziata da un gruppo privato è sceso oltre i mille metri di profondità in cerca di questi vagoni, dopo che alcune ruote risalenti all'epoca della guerra civile erano state rinvenute nelle vicinanze: nulla è stato trovato.

Analoghi tentativi erano falliti la scorsa estate, ma gli esploratori hanno in programma circa un centinaio di immersioni da qui a settembre, quando il freddo della Siberia comincerà a ridiventare il geloso custode di un segreto che fa luccicare gli occhi a molti.

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