"Lo rispettavo enormemente, apprezzavo la sua intelligenza e il suo senso politico. Non ho mai permesso che qualcuno lo criticasse davanti a me". Lui è Francisco Franco Bahamonde, il Caudillo di Spagna, che l'ex Re Juan Carlos I ora elogia "se sono potuto diventare Re è stato grazie a lui" nel suo libro di memorie che ha scritto con Laurence Debray (figlia del filosofo Régis) da oggi nelle librerie francesi con il titolo Juan Carlos I d'Espagne. Réconciliation (Stock) e dal 3 dicembre in Spagna come Reconciliación (Planeta).
Ma la verità è che tutto è cambiato, l'ex monarca dopo l'abdicazione è riparato ad Abu Dhabi nel 2020, "senza pensione" scrive ora, ma con centinaia di milioni di euro nei conti correnti in Svizzera e alle Bahamas su cui ha indagato la magistratura spagnola, per cui non è un ospite gradito alla festa dei 50 anni della restaurazione della monarchia il prossimo 22 novembre. In effetti anche dalla morte di Franco è trascorso mezzo secolo, un periodo più lungo della sua stessa dittatura. In questi anni sono spariti tutti i riferimenti al franchismo negli spazi pubblici spagnoli busti, statue, iscrizioni e, proprio in questi giorni, è caduto l'ultimo tabù al cinema, riderci sopra. Mentre in Italia una certa presa in giro di Mussolini c'è già stata con il film Sono tornato di Luca Miniero (remake del tedesco Lui è tornato su Hitler) e per certi versi con la serie M - Il figlio del secolo diretta da Joe Wright e scritta da Stefano Bises e Davide Serino dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati, in Spagna invece di commedie in cui appare Franco quasi non ce ne sono. Tanto che ha suscitato molto interesse l'uscita in questi giorni del film La cena dello specialista Manuel Gómez Pereira, basata sulla pièce comica La cena de los generales (La cena dei generali) di José Luis Alonso de Santos, che, in un paio di settimane, ha superato i 2 milioni di euro di incasso diventando il film spagnolo di maggior successo dell'autunno.
La cena è ambientato il 15 aprile del 1939, due settimane dopo la fine della guerra civile, quando Franco decide di far organizzare un banchetto per lui e per i suoi generali nel sontuoso hotel Palace di Madrid non sapendo che l'edificio è stato adibito a ospedale improvvisato. Così il direttore dell'ex hotel di lusso dovrà di corsa far splendere la hall mentre l'ufficiale incaricato di organizzare la cena si trova senza cuochi perché, essendo tutti di sinistra, stanno in carcere. "E allora chiami quelli di destra" dice il militare al direttore. "Impossibile tutti i cuochi di Madrid sono di sinistra", la risposta. Salvati in extremis dalla fucilazione, che cosa faranno quando si troveranno a portare le pietanze al Caudillo, cercheranno di ucciderlo o si daranno alla fuga? Nell'incertezza intanto meglio far pipì dentro la zuppa che Franco assaggerà e di cui dirà, dopo una lunga e lenta inquadratura piena di suspense, "ma è buonissima!".
Così tra riferimenti a Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino e al cinema esperpentico di Luis García Berlanga (La vaquilla) e a quello di Carlos Saura (La caccia), il film con un cast importante composta da Alberto San Juan nei panni del direttore dell'hotel, da Asier Etxeandia, un odioso capitano falangista e da Mario Casas, un militare della logistica, mostra il Caudillo in erba un po' come un mentecatto.
Tanto che l'attore camaleontico Xavi Francés ha gioco facile nel renderlo ancora più ridicolo con un tono di voce mellifluo, molto poco marziale. Ma il mondo è cambiato, oggi tiktoker spagnole con centinaia di migliaia di follower pubblicano storie con la ricetta delle uova preferite da Franco per promuovere il film. La cena è servita.