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Spagna, con i camionisti linea dura di Zapatero

Più di 50 gli arresti per i blocchi stradali. Portogallo in crisi: l’aeroporto di Lisbona senza benzina

da Madrid

Lo sciopero dei camionisti in Spagna e Portogallo sta assumendo risvolti tragici. Dopo i due morti investiti di martedì, ieri è stato il momento dei roghi dei camion, che per un soffio non hanno fatto un'altra vittima. Un camionista di 43 anni che dormiva nel suo Tir posteggiato in un'area di servizio di Alicante si è infatti salvato lanciandosi fuori dalla cabina poco prima che il suo camion ardesse completamente. Adesso è ricoverato in stato grave con bruciature sul 25% del corpo. Le analisi scientifiche e gli altri roghi di camion che si sono succeduti nella nottata anche a Murcia, spingono la polizia a pensare che tutti gli incendi siano dolosi.
Per frenare l'ondata di violenza che sta planando sugli scioperi, i governi di Spagna e Portogallo hanno deciso di iniziare a usare la mano dura, dando il via libera alla polizia per rimuovere i picchetti e i presidi dei camionisti. In Spagna, il ministro degli Interni Alfredo Pérez Rubalcaba ha assicurato che sono già stati arrestati 51 autotrasportatori. Chi bloccava le strade rischia adesso 1.500 euro di multa ed il ritiro della patente per 3 anni. La polizia catalana, in collaborazione con la gendarmeria francese, ha liberato il valico della Junquera, bloccato ai camion da tre giorni, mentre rimane interdetto il passaggio del bisonti della strada verso la Francia via Irún, nei Paesi Baschi.
Anche in Portogallo il governo ha ordinato alla Guardia nazionale di rimuovere i blocchi per evitare il collasso. Aeroporti, distributori, supermercati e fabbriche hanno riserve solo per un altro giorno. Il caso dell'aeroporto di Lisbona parla da solo: il combustibile è così poco che le compagnie che fanno scalo a Lisbona-Portela sono state avvisate di arrivare con il serbatoio pieno, se non vogliono rischiare di dover lasciare i loro aerei fermi nella capitale lusa. La situazione è migliorata nella serata di ieri, quando il principale sindacato degli autotrasportatori ha raggiunto un accordo col governo.
Neanche in Spagna la situazione è da poco. I blocchi dei camionisti hanno praticamente fermato le fabbriche d'automobili, intrappolate dal loro sistema chiamato Just in time, che non prevede grosse scorte, ma un approvvigionamento costante di pezzi. All'alba di domani si prevede che 18 stabilimenti, tra cui quelli di Seat, Volkswagen, Mercedes, Nissan, General Motors, smetteranno di produrre 13.000 macchine al giorno, secondo l'associazione di categoria. Nel frattempo allevatori e coltivatori hanno rovesciato in strada ieri tonnellate di frutta, verdura e latte che non vengono trasportate e non possono essere stoccate.

Secondo La Vanguardia, lo sciopero potrebbe addirittura intaccare di qualche decimale il Pil spagnolo, come successe per lo sciopero di 10 giorni dei camionisti francesi nel 1996.

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