«Spariti» dal bilancio i soldi delle multe

Alessia Marani

Che fine fanno i soldi delle multe pagate dai romani? Se lo chiede il Sulpm, Sindacato unitario dei lavoratori della polizia municipale. Il sospetto è che il denaro incassato dal Campidoglio finisca per foraggiare le municipalizzate e private del Comune di Roma (Sita, Sta, Trambus, Metro, Ama, Roma spa, Metropolitane spa), piuttosto che in servizi per i cittadini e strumenti e risorse per gli stessi «pizzardoni». Così come, d’altronde, scritto nero su bianco dall’articolo 208 del nuovo codice della strada. «Il quarto comma - dice Gabriele Di Bella, segretario Sulpm - stabilisce che il 50 per cento sia devoluto agli enti locali per il miglioramento della circolazione sulle strade e la fornitura di mezzi per la polizia stradale. E rimanda ai comuni di specificare con una delibera di giunta ad hoc ciascuna quota finalizzata a questi interventi. Ebbene - continua - a pochi giorni dalla ratifica del bilancio capitolino, in giunta il 7 luglio e quindi successivamente in discussione al Consiglio, chiediamo quali siano queste quote, e che fine abbia fatto il denaro negli anni passati». Le contravvenzioni elevate a Roma dalla sola polizia municipale ammontano a circa 2,5 milioni all’anno per introiti pari ad almeno 10 milioni di euro. Il sindacato ha scritto ieri al sindaco Walter Veltroni chiedendo di potere prendere in visione le informative di bilancio relative agli ultimi due anni, oltre a reclamare la convocazione urgente di un incontro sul tema «visto che - conclude Di Bella - vorremmo evitare spiacevoli sorprese.

Come quando scoprimmo che a fronte di una sanzione amministrativa media di 68,25 euro, ben 25 ossia il 38 per cento, finiva nelle tasche della Sita, società privata di trasporto. La legittimità di certi provvedimenti è, dunque, a dir poco discutibile».

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