Messe una accanto allaltra, coprono una superficie pari a quella di trentacinque campi da calcio. Duecentocinquantamila metri quadrati di aree inquinate sequestrate nel 2007 dalla Polizia provinciale. Smaltimenti illegali, discariche abusive, sversamenti pericolosi. È il territorio che viene avvelenato. Una pratica sempre più diffusa, per la quale la Procura ha aperto quindici inchieste penali.
Cè di tutto. A Quarto Romano, con vista tangenziale ovest, via San Romanello era diventata un centro di demolizione per auto. Quel terreno, secondo lArpa, ora è inquinato da idrocarburi, metalli e amianto. E a rischio è anche la falda acquifera. Così come a Legnano, dove unorganizzazione criminale aveva smaltito 3mila e 200 tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dalle bonifiche in Sicilia ed Emilia. Per non parlare del Parco agricolo Sud, in cui una ditta di autotrasporti aveva riempito un piccolo lago da pesca con materiale da demolizione.
Perché lo smaltimento dei rifiuti pericolosi è un business. Soprattutto, quando si aggira la legge. Così, a Vimodrone, un architetto aveva «riconvertito» un terreno di proprietà della moglie in una discarica da 30mila metri quadrati, aprendola a diversi cantieri edili della Brianza.
«Un fenomeno in continuo aumento», spiegano dalla Provincia. Così, a Limbiate, il depuratore fa fatica a smaltire lenorme quantità di cianuri e metalli che finiscono nel Lambro.
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