Marzia Fossati
Si pensava unanimemente che fosse lultima spiaggia dove trovare una mandria di «sfigati» senza speranza, alla disperata ricerca di uno straccio di donna/uomo al quale aggrapparsi come una cozza allo scoglio, e invece niente, o quasi. Quasi perché, in mezzo alla cinquantina di partecipanti allultimo Speed date a Genova, qualche disperato effettivamente cera, ma rispetto alla maggioranza di single divertenti e divertiti da questa sorta di gioco importato con successo dallAmerica, si trattava di una sparuta minoranza. E il Giornale, ben inteso, presente in incognito al peccaminoso evento sotto le mentite spoglie della sottoscritta, spacciatasi per una commercialista di Rapallo durante i primi «dates», non rientrava nella seconda categoria (quella degli sfigati, chiaramente).
Il meccanismo del gioco, perché alla fine solo di un gioco si tratta, è molto semplice: a ogni partecipante viene consegnata unetichetta con un numero, blu per gli uomini e rosso per le donne, che resteranno per tutto il tempo sedute in ordine numerico ai posti loro assegnati. Gli uomini invece si sposteranno, sempre seguendo un ordine numerico, scalando di posto in posto e andandosi a sedere di fronte a ogni ragazza, dove resteranno solo 3 minuti, fino al fatidico urlo selvaggio dellorganizzatore Angelo Carlomagno: «Cambiooo!». Così, a fine serata, tutti avranno parlato con tutte per 3 minuti, trascorsi i quali (sia uomini che donne) apporranno sulla scheda di votazione un sì o un no accanto al numero della persona appena conosciuta, oltre ad altri eventuali tattici appunti sul tabellario. Le schede poi ritirate daranno modo allorganizzazione di inviare a tutti coloro che si sono scambiati un sì reciproco i rispettivi indirizzi e-mail. Speed date è infatti un marchio registrato e per accedervi è necessario iscriversi sul sito www.speeddate.it.
Speed date è approdato a Genova nei giorni scorsi al Mentelocale di Palazzo Ducale e, come sempre, ha registrato il tutto esaurito, nonostante il prezzo di 20 e 25 Euro comprensivo di buffet in stile Biafra e di bevande self-service (2 bolle di intrugli verdastri e alcune bottiglie dacqua) non fosse proprio a buon mercato.
A spingere così tante persone a partecipare a questo strano gioco delle coppie per trovare lanima gemella in 3 minuti, reso celebre da Carlo Verdone che lo praticava nel suo film «Lamore è eterno finchè dura», non è una motivazione unica, esistono infatti migliaia di motivazioni diverse, tante quanti sono i partecipanti. Tra gli uomini accorsi a Palazzo Ducale cera chi, come Andrea (affezionato lettore del Giornale tra laltro), Maurizio e Stefano, 3 amici genovesi neolaureati e sportivi, intendeva solo divertirsi trascorrendo una serata diversa o chi, come Stefano di Roma o Alexander di New York, da poco trasferiti a Genova per lavoro, cercavano solamente di allargare il giro delle proprie conoscenze.
Non mancavano poi nel mucchio i soliti genovesi come Paolo, postino, che lamentavano la difficoltà di conoscere ragazze nella loro città perchè «Qui sono chiusissime!» (mezza verità) o perchè «Da noi le ragazze sono costrette tirarsela per non essere considerate facili» (verità intera). La maggioranza era però composta dai curiosi come Davide, giudice di Savona e Matteo di Carignano, fresco di ricorso contro le aree blu di Merella.
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