Tra algoritmi e banda larga, il mondo nascosto dietro Netflix

Cosa c'è davverto dietro la piattaforma digitale che fa concorrenza alle tv

Tra algoritmi e banda larga, il mondo nascosto dietro Netflix

Dal nostro inviato a Parigi

Un mondo nascosto dietro le serie video più chiacchierate al mondo. Netflix non è “solo” quella piattaforma digitale che sposta in avanti il concetto di televisione. E’ anche quel complicato groviglio tecnologico che consente a 190 paesi di poter accedere a contenuti originali (ad esempio Better Call Saul oppure Dexter) e a film blockbuster del passato tipo Scarface con Al Pacino con una impressionante facilità e da qualsiasi device.

Insomma, se di Netflix si parla specialmente per i contenuti (la serie House of Cards con Kevin Spacey è entrata persino nei discorsi delle presidenziali americane), c’è anche un sofisticato risvolto tecnico a renderlo un caso destinato a cambiare la storia del video. Intanto Netflix offre contenuti che si possono vedere attraverso le smart tv ma anche no, visto che ci si può accedere da smartphone e tablet, da lettori per lo streaming, dalla console per i videogiochi, dal set top box, dai lettori Blu-ray e, ovviamente, da pc e laptop. Fin qui, niente di che. Ma la visione d’insieme di Netflix è così evoluta da consentire di, per dire, iniziare a guardare una puntata di The Ranch con Ashton Kutcher da una smart tv poi di interrompere la visione e riprenderla dal telefono nello stesso punto in cui era stata interrotta.

E non è un caso che oltre 75 milioni di “abbonati” siano già diventati “maniaci” di Netflix. A confermarne il motivo è stato addirittura un attore due volte premio Oscar, ossia Kevin Spacey, che l’altro giorno alla Cité du Cinema di Parigi ha ammesso che “Netflix mi ha fatto diventare famoso anche in paesi come la Cina dove prima mi conoscevano appena”.

Uno dei segreti di questa versatilità a doppio senso - sia di chi fornisce i contenuti ma anche di chi li ottiene - è l’algoritmo esclusivo che consente di dare ai cosiddetti utenti i consigli sui contenuti da vedere a seconda delle proprie preferenze. Il complicato e ricercato frutto di studi. E una opportunità di conoscenza per chi, come me, non è granché esperto e spesso scopre nuovi film o nuove serie proprio seguendo questi consigli.

E se sulla qualità dei video talvolta c’è ancora da lavorare (anche per colpa della pessima rete web italiana) con 25 megabit al secondo si può comunque avere un contenuto in Ultra Hd (avendo il piano che supporta lo streaming in Ultra Hd). Già, l’abbonamento: dopo un mese gratuito, c'è l'abbonamento base (con definizione molto basica) a 7.99 euro, quello standard (con possibilità di collegare 2 schermi e trovare alcuni titoli in Hd) e quello Premium a 11.99 com quattro schermi collegabili e alcuni titoli in Ultra Hd E poi c'è il fattore streaming. Lo streaming è il nuovo concetto di fruizione che ripercorre anche nel mondo dell’entertainment la tendenza ormai presente anche in tanti altri settori: dalla proprietà privata (in questo caso il download) si passa sempre più frequentemente al semplice possesso (in questo caso lo streaming), che comporta un minor dispendio di dati e di traffico.

E mentre il fondatore e Ceo, Reed Hastings, proprio qui a Parigi ha sottolineato che “i nostri figli non si chiederanno più che cosa c’è in tv ma guarderanno sul tablet ciò che vogliono quando vogliono”, la “guerra” per la streaming tv è entrata nel vivo anche dopo il recentissimo accordo Vivendi Mediaset. Segno che il bagaglio tecnologico ma anche culturale di Netflix ha aperto una strada sulla quale si sono messi in marcia tanti colossi. Il futuro, si sa, è imprevedibile.

Ma di certo nelle fasi dell’entertainment video ci sarà per sempre un “prima” Netflix e un “dopo” Netflix, proprio come in passato è successo a tutti i colossi televisivi, da quello pubblico in bianco e nero fino a quello commerciale.

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