Da Arisa a Gino Paoli. Il pop italiano per la rinascita di Genova

Venticinque star cantano C'è da fare scritta da Paolo Kessisoglu: "Ispirazione improvvisa"

Da Arisa a Gino Paoli. Il pop italiano per la rinascita di Genova

Innanzitutto l'idea, che è di Paolo Kessisoglu, attore e comico genovese. E poi le voci, che arrivano dal Pantheon della canzone italiana senza barriere di genere musicale o di età: Annalisa, Arisa, Boosta, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Gino Paoli, Giorgia, Giuliano Sangiorgi, Ivano Fossati, Izi, J-Ax, Joan Thiele, Lo Stato Sociale, Luca Carboni, Malika Ayane, Mario Biondi, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Gazzè, Nek, Nina Zilli, Nitro, Raphael Gualazzi, Ron e Simona Molinari.

Il brano ha un titolo genovesissimo, C'è da fare, e un obiettivo da applausi: la riqualificazione territoriale e il miglioramento della qualità di vita della Valpolcevera. In pratica è la zona che ha subito e continuerà a subire i disagi maggiori dopo il crollo del ponte Morandi. «Quando è successo, io ero vicino a San Francisco. Sono entrato in una libreria, c'era un piano, mi sono seduto e lì mi sono venute fuori di getto le parole. È nata una canzone d'amore per la mia città, uno stimolo a non mollare, a non chiudersi ma ad aprirsi chiedendo aiuto in un momento difficile». E il testo conferma l'impatto emotivo e l'emozione di chi scrive mentre soffre: «E allora vieni qui, togliti quel muso e fatti abbracciare. Sto vento freddo che soffia, ti voglio scaldare, sei sempre la stessa ma se stavi male, me lo potevi dire. Ma adesso basta parlare, c'è da fare».

Poi, al ritorno in Italia, Kessisoglu ha mandato il provino a Ivano Fossati: «E lui mi ha risposto subito dicendo che il brano funzionava». Passo dopo passo il progetto ha iniziato a prendere forma finché si sono fissati due giorni nei quali registrare tutte le parti vocali. «C'è un buon impasto vocale, con i cantanti che si passano la palla in modo naturale». Il brano C'è da fare è stato prodotto con il sostegno del marchio genovese Oro Saiwa ed è pubblicato da Sony Music ed è disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali, nei punti vendita Feltrinelli e su Ibs.it. In più, per garantire la massima trasparenza, a gestire i proventi sarà l'Associazione Occupy Albaro, in accordo con Regione Liguria e Comune di Genova. In poche parole, non ci saranno zone d'ombra.

«Ci auguriamo possa diventare il nuovo inno di Genova e per Genova - ha spiegato Ilaria Cavo, assessore regionale alla Comunicazione - l'inno di chi ha Genova nel cuore: avevamo il logo, il simbolo di una città che reagisce ma mancavano le parole e la musica di una canzone. Ora ci sono».

A quanto pare, il progetto potrebbe non fermarsi alla pubblicazione del brano. Potrebbe diventare, ad esempio, anche un concerto oppure un evento benefico in grado di raccogliere altri fondi.

È la dimostrazione che, quando è davvero necessario, anche la musica leggera riesce a trovare l'accordo. E fa piacere vedere insieme giganti come Gino Paoli o Mauro Pagani con giovani rapper come Nitro o Izi: universi musicali distinti e distanti ma riuniti per un fine comune. Giù il cappello.

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