Cultura e Spettacoli

"Da attrice a conduttrice tv? Detto fatto... grazie alla Carrà"

Programma sospeso per quarantena: "Sono stata assente, ma per un altro virus"

"Da attrice a conduttrice tv? Detto fatto... grazie alla Carrà"

Quando il virus ci mette la coda. Tutto sembrava pronto per il gran ritorno, ma il bacillo che già pregiudica i palinsesti ha mietuto un'altra vittima. Anche Detto fatto, il «factual» di Raidue, entra in quarantena: una delle truccatrici del programma è stata trovata positiva al coronavirus. A casa già dal 29 febbraio, la donna ha avuto i risultati del tampone l'8 marzo. Quindi «per motivi precauzionali», tutti a casa. E proprio quando avrebbe potuto fare il gran ritorno (dopo un'assenza di cinque puntate, causa gastroenterite acuta) Bianca Guaccero dovrà rimandare ancora, e stavolta per 14 giorni. Ad un certo punto sembrava anche che la Rai avesse pensato ad un'alternativa: «Ragazzi non vi lascio soli! aveva scritto ieri l'attrice-conduttrice sui social - Da oggi vi terrò compagnia con dirette su Instagram, da casa Guaccero!». Ma poi il progetto è svanito, e Bianca l'ha realizzato solo privatamente, con i fan più stretti.

E c'è chi ha supposto che anche la sua assenza fosse dovuta al coronavirus

«Certa gente non ha di meglio da scrivere. Ho dovuto chiarire sui social che questo virus non ha eliminato quelli più banali, come la gastroenterite. Che è appunto ciò che m'ero beccata io. Se davvero mi fossi infettata l'avrei dichiarato apertamente, per la tutela di tutti. Perché un'assenza così lunga? In altri tempi sarei rientrata dopo 48 ore. Ma ora, con le difese immunitarie indebolite, volevo rimettermi bene in forze».

E ora l'ennesima tegola sul suo programma. Prima i continui cambi d'orario; poi l'addio di Giovanni Ciacci (per disaccordi sulla nuova fisionomia del programma, si è detto); quindi il presunto scontro con Guillermo Mariotto; infine a gennaio le voci di una cancellazione causa bassi ascolti. E ora pure la quarantena

«Chiariamo. È vero che da quando lo conduco io, cioè da due anni, Detto fatto ha subito parecchie traversie. La strada è stata in salita fin dall'inizio. Esordivo come conduttrice subentrando ad una collega che aveva raccolto sei anni di successi, e in una squadra nuova, ancora tutta da rodare. Abbiamo iniziato con dieci giorni di ritardo rispetto agli altri pomeridiani, e quattro cambi d'orario in un solo mese hanno aumentato il nostro svantaggio. Eppure dal pubblico ho ricevuto e ricevo solo valanghe d'affetto e ammirazione. E la curva dei nostri ascolti è più viva che mai: chiudiamo sempre al 10, 11 per cento. Dunque quella della cancellazione è una montatura mediatica. Come i presunti disaccordi con Ciacci e Mariotto, dei quali non vale nemmeno la pena parlare».

Quindi, per l'attrice Guaccero reinventatasi conduttrice, bilancio positivo?

«Al di là di ogni aspettativa. Di questo cambio di pelle sentivo il bisogno. Nella mia carriera ho sempre dovuto sfondare dei muri: quando facevo cinema e tentai la fiction, Sei matta?, mi dicevano. Quando dalla fiction sono passata alla conduzione, Sei pazza?, si stupivano. E poi c'era il pubblico, per il quale ero l'attrice drammatica, specializzata in ruoli da cattiva. Mi sono buttata lo stesso. Ho tirato fuori quel che avevo nella mia valigia: canto, ballo, recitazione. E poi nelle svolte positive io sono ciclica: nel '98 girai il primo film, nel 2008 Sanremo e nel 2018 ecco Detto fatto».

Finché un giorno, in diretta, del tutto inattesa, non è arrivata una telefonata.

«Sì. Da Raffaella Carrà. Per capire l'emozione che mi ha travolta, al punto da farmi scoppiare in lacrime e quasi stare male, bisogna sapere che Raffaella è sempre stata il mio idolo. Mia madre racconta che imparai a parlare ripetendo le parole di Ballo ballo. E sentirsi dire da una come lei: Sei perfetta per questo mestiere, sai fare tutto; se esistessero ancora i varietà di una volta, tu ne saresti una prima donna, non ha prezzo».

E ora, che la primadonna deve fermarsi per altre due settimane?

«Per carattere cerco sempre di trovare quel che di positivo può esserci anche nelle cose più negative. Questo coprifuoco sta spingendo le famiglie a ritrovarsi, a parlarsi, a passare più tempo assieme.

Almeno questa, è una bella cosa».

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