Cultura e Spettacoli

Axl Rose e Slash fanno la pace. Tornano i "veri" Guns N'Roses

È probabile un tour di 25 date. Compenso per ogni concerto: addirittura 3 milioni di dollari

Axl Rose e Slash fanno la pace. Tornano i "veri" Guns N'Roses

Adesso è fatta. Sul serio. Axl Rose e Slash hanno smesso di litigare e si riformano i Guns N'Roses autentici, quelli che in pochi anni tra la fine degli Ottanta e l'inizio dei Novanta sono diventati la più grande rock band del mondo, suonando centinaia di concerti, vendendo decine di milioni di copie e scoppiando vent'anni fa esatti. La sintesi perfetta dello sleaze rock, quel rock che mescola Aerosmith e Stooges aggiungendo se possibile ancora più glamour, visto che come droghe e alcol erano quantomeno pari. Il 16 e il 23 aprile saranno, loro due più il bassista Duff McKagan che nel frattempo è diventato un esperto economista, l'attrazione principale del Coachella vicino a Los Angeles, uno dei festival musicali più importanti in circolazione. Un evento, bisogna ammetterlo. Se non altro perché per oltre due decenni il chitarrista Slash e lo scombussolato Axl Rose se ne sono dette di tutti i colori (Axl su Slash: «È un cancro da estirpare», Slash su Axl: «Mi odia nel profondo del suo cuore») iniziando una faida che alla lunga è diventata uno stanco feuilleton. Ora che le vertenze legali (possesso di diritti e risarcimento danni) sembrano risolte, la band più trasgressiva di Los Angeles ritorna insieme per la gioia di chi li attende da un bel po'. Avevano vent'anni o poco più nel 1987 quando pubblicarono Appetite for destruction, il debutto più venduto di sempre (oltre 30 milioni di copie solo negli States, sostanzialmente lo ha acquistato un americano su sei). Ora ne hanno più di cinquanta. Slash suona forse meglio di prima ma è stato operato al cuore e non è più quel selvaggio che, quando collassò prima del concerto di Torino nel 1992, la guardia medica scambiò per un barbone tanto era sporco e puzzava di alcol: ora accompagna i figli a scuola e suona nei club. Invece William Rose Bailey detto Axl Rose, classe 1962, ha guadagnato qualche taglia nel girovita e ha perso quel miagolio da gatto arrabbiato che trasformò la sua voce in un'icona erotica. Ha vissuto in un villone sulla Latigo Canyon Road vicino a Malibu (acquistato nel 1992 per 3,6 milioni di dollari e più sorvegliata di Alcatraz) ed è (stato) l'unico titolare del brand Guns N'Roses, pubblicando il sottovalutato Chinese Democracy con una band della quale era malinconicamente l'unico membro originale. Paranoico e ossessivo, ha seminato follie da quando i Guns N'Roses di Use your illusion I e II si imbarcarono nel tour più lungo della storia (tre anni, 7 milioni di spettatori) e più ricco (il contratto consentiva di pretendere «tutto di prima classe on the road»). A St Louis scese in mezzo al pubblico per spaccare una telecamera (rissa con 60 feriti). A Madrid nel 2006 arrivò sul palco a mezzanotte perché prima era paralizzato dalla paura in una stanza d'albergo. E anche a Milano, qualche tempo dopo, fece un pandemonio perché era convinto che il suo vicino di stanza avesse una pistola. Insomma, un bel tipino che è stato pure denunciato per maltrattamenti dalla ex moglie Erin Everly.La figura ideale per creare un mito rock. Però anche le leggende ogni tanto hanno bisogno di diventare reali, quindi i Guns N'Roses ritornano nei loro panni e chissà chi saranno gli altri due o tre componenti che si materializzeranno sul palco del Coachella. Axl, Slash e Duff hanno twittato alla luce del sole e ovviamente ci saranno. Ma la band è stata un andirivieni continuo. Ci sarà Izzy Stradlin, che ha lasciato dopo Use Your Illusion ma è sempre in buoni rapporti con Slash? E Matt Sorum prenderà di nuovo il posto alla batteria di Steven Adler, l'unico drogato che ha dovuto lasciare una band di drogati per uso eccessivo di droga? In ogni caso non finisce qui. Secondo quanto dicono i beneinformati, è già stato pianificato un tour mondiale di 25 date. Compenso a concerto: tre milioni di dollari. Perché è bello ritornare amici.

Ma è ancor meglio ritornarci con quella clausola benedetta: «Tutto di prima classe on the road».

Commenti