La bacchettata

Sottolineare chi sostiene gli artisti e la musica con discrezione è doveroso - la speranza in un un effetto domino fra i pervenuti facoltosi, non muore mai. La Fondazione Carla Fendi da anni affianca il rigalvanizzato (da Giorgio Ferrara) Festival dei Due mondi di Spoleto, e lo fa con sobrietà rispettosa. Restaurato con scrupolo il piccolo gioiello del Tetro Caio Melisso, la Fondazione patrocina l'opera, organizza concerti, e assegna un Premio nel corso di una serata quintessenza del suo atteggiamento verso l'Arte. Grande arbitro, ovvero regista anche della manifestazione di quest'anno (il riconoscimento è andato al maestro Antonio Pappano) è Quirino Conti. Attorno al tema del «Barocco», Conti ha presentato una «suprema» di teatro servita con tempi agili. Aperitivo di Parola con prolusione avvincente di sapienza naturale di Tommaso Montanari; poi le ineffabili voci dei Fanciulli cantori della Sistina hanno nebulizzato a cappella l'Adagio di Samuel Barber (presenza storica a Spoleto). Non meno pirotecnico, Max Emmanuel Cencic con le sue controtenorili acrobazie vocali, precedeva i tre gemelli Ramirez Castellano che hanno danzato Lulli/Balanchine con il rigore della gran scuola a cui appartengono (il Balletto Nazionale di Cuba).

Un precipitato di teatro assoluto che ci ricorda parole di Conti come l'epoca in cui viviamo sia neo-barocca: «ora è il Consumismo a chiedere al Barocco di essere poliforme, incontenibile, spettacolare in quanto viviamo uno stato di perenne insoddisfazione dove ognuno vuol essere protagonista e non più spettatore.»

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