La Barbie pop: «Sono sexy, ora voglio un figlio»

She wolf, Shakira continuerà a essere l’unica popstar davvero bipartitica: ci sono quelli che la esaltano, da Gabriel García Márquez in giù, più o meno sessanta milioni che finora hanno comprato i suoi cd. Poi ci sono gli altri che la massacrano purchessia. Shakira ha 32 anni, è nata a Barranquilla in Colombia che, musicalmente parlando, è un po’ più periferica di Londra o Manhattan ma molto vicina a Medellin. Ha iniziato a otto anni, ha fatto il primo botto con il cd Pies descalzos quando ne aveva diciotto e ora è la Barbie del pop, bella e inattaccabile: ha carati di talento, mai volgare, non sproloquia se parla senza copione e sta per sposarsi con Antonio De la Rúa, figlio dell’ex presidente argentino, nove anni insieme.
Allora Shakira, qual è la novità adesso?
«Ho meno paura. Mi sento molto più libera e molto più indipendente, molto più in contatto con i miei desideri e meno disposta a sopportare gli schemi cui sono obbligate le donne oggi, mamme, mogli, lavoratrici e pure obbligate a essere belle, tutto allo stesso tempo».
Perciò nel video di «She wolf» lei scappa da un letto matrimoniale e si ritrova a ballare dentro una gabbia.
«Penso che la vita e la società creino molte gabbie».
Sessuali?
«Non soltanto. Quella della gabbia è soltanto una metafora per indicare una situazione di prigionia in molti sensi».
Addirittura.
«Essere repressi è uno dei mali di questo tempo. Non potersi esprimere, non riuscire neanche a provare a mettere in pratica i propri desideri».
Parla come una femminista.
«Quando qualcuno me lo chiedeva, ho sempre risposto di non esserlo. Ma me ne pento: ora capisco la lotta delle donne perché sento questi problemi sulla mia pelle».
Detto da lei, bella, milionaria e giovane.
«La mia sarà una gabbia d’oro, ma è pur sempre una gabbia».
Non saranno in molti a condividere: lei è una delle donne più invidiate del mondo.
«Ma ci ho messo tanta fatica per capire, anche dentro di me, che la libertà è alla fine la strada per la felicità».
Femminista o no, ha detto che sogna al più presto di avere un figlio.
«Certo, confermo tutto: voglio diventare mamma. Anche se in qualche modo in questo momento lo sono. Con tutte le differenze del caso, un nuovo album è un po’ come un figlio. E, esattamente come fa una madre con il proprio bambino, voglio che cresca bene e poi si iscriva all’Università di Harvard».
I bambini sono una sua costante. Con la fondazione Pies Descalzos aiuta quelli della sua terra ad andare a scuola.
«Ma non solo, abbiamo contribuito anche all’alimentazione e alla educazione in generale».
Mica poco. Ma i risultati ci sono?
«Ho fondato Pies Descalzos quando avevo diciott’anni e a Barranquilla c’erano novemila bambini che non avevano accesso all’istruzione. Ora circa seimila hanno trovato accoglienza nelle cinque scuole che seguiamo in quella zona. Diciamo che sono ottimi risultati in aree molto desolate».
Molti di quei ragazzini la seguiranno anche in tv, visto che lei farà un cameo in una puntata della serie «Ugly Betty».
«Ma è solo una piccola apparizione. Non credo proprio di diventare attrice».


Meglio fare la popstar. E il palcoscenico?
«Andrò in tour dal prossimo anno, quando uscirà il cd con le stesse canzoni in spagnolo intitolato Loba. E passerò pure in Italia, sicuro: arrivo all’inizio del prossimo anno». PGior

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