Da Beck ai Cani Tutti anti Coldplay

Da Beck ai Cani  Tutti anti Coldplay

In fondo è fin troppo facile descrivere i gusti musicali degli hipster: loro sono contro il mainstream. Abbasso Lady Gaga. I Coldplay chi? Gli U2 figuriamoci. Invece impossibile prescindere da La Roux, dai Cassius e da MIA e persino da Mark Ronson purché si ascolti solo la sua musica (hipster puro in Bang bang bang) e ricordi che ha prodotto Rufus Wainwright e non la mainstreamissima Amy Winehouse. I Two Doors Cinema Club e Late of the Pier sono imperdibili, ci può stare anche Jack White perché ha quel nonsoche indie e guai a dimenticarsi Beck, non inteso come Jeff, chitarrista decisivo quarant’anni fa con gli Yardbirds, ma come Beck Hansen, americano molto defilato e oscuramente ironico che quasi vent’anni fa ha scritto un must come Mtv makes me want to smoke crack, Mtv mi ha fatto venir voglia di fumare crack. Insomma, il vero hipster è chi ti schifa se canticchi un ritornello di Katy Perry o timidamente ti riconosci in un verso di Jovanotti. La musica bella è soltanto quella che piace a pochi. E, quando i pochi diventano tanti, allora addio. Diciamo che, nonostante il termine abbia radici sofisticate, dagli ascoltori di jazz degli Anni Quaranta fino a Kerouac e al «bianco negro» di Mailer, gli hipster sono meno aulici e più immediati. Non cambiano mai obiettivo ma cambiano spesso gusti: basta che qualcosa diventi popolare e loro zac!, lo cancellano. Forse è uno snobismo coatto, come può essere coatta qualsiasi tendenza nata «contro» qualcosa e non «per» qualcosa. Oppure è il frutto di un’epoca musicalmente obbligata, anche perché si ritrova con il serbatoio di idee a secco, a cercare con ostinazione qualche obiettivo. In Italia l’identikit di un hipster è riassunto da Hipsteria dei Cani e si ritrova compiaciuto, e più sarcastico, anche in Sono così indie degli scatenati Stato sociale. Per farla breve, è difficile che, salvo rare eccezioni, un musicista sia hipster. Agli ascoltatori viene più facile, ovvio. A chi invece fa della musica il proprio destino capita come ai Black Keys, ex cocchi degli hipster.

Poi sono diventati rockstar, sono stati criticati e placidamente rispondono così: «Per gli hipster noi eravamo un sogno erotico, adesso siamo il nemico. Ma non siamo cambiati per niente in realtà. Per cui possono andarsene affanculo». Senza giri di parole.

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