Brad Pitt spaziale si ribella al potere

di James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Liv Tyler, Donald Sutherland

Brad Pitt spaziale si ribella al potere

Quando Ad Astra è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia, quasi un mese fa, un vecchio critico del festival (vecchio per esperienza e sapienza, più che per età), l'ottimissimo Michele Anselmi, ha fatto notare che a molte grandi star di Hollywood negli ultimi anni è capitato di indossare, prima o dopo, tuta e casco da astronauta; così, solo per dirne alcuni, George Clooney (Gravity di Alfonso Cuarón, 2013), Matthew McConaughey (Interstellar di Christopher Nolan, 2014), Matt Damon (The Martian di Ridley Scott, 2015), Ryan Gosling (First Man di Damien Chazelle 2018)... Ora è la volta di Brad Pitt, sempre in scena, sempre con la stessa espressione, in missione verso Nettuno (con due tappe, una molto action sulla Luna, una molto drama su Marte) per capire il motivo di una serie di tempeste energetiche che minacciano la Terra (delle quali ha forse una responsabilità il padre, una leggenda dell'astronautica americana, disperso in una missione alla ricerca di vita aliena molti anni prima), e sventarle. Gravitando il film su Hollywood, provate a indovinare: ci riuscirà o no?

Gli effetti speciali sono specialissimi. Il cosmo è gelido come la personalità dell'astronauta Roy McBride, alias Brad Pitt. La fabula (l'impresa, e poi il viaggio di ritorno a casa per aspera) antichissima. E la rilettura abbastanza filosofica ma molto cinematografica. Il classico 2001 Odissea nello spazio non c'entra molto (anche se incontreremo delle scimmie cannibali in orbita), semmai c'entra Cuore di tenebra e Apocalypse Now (l'ordine è sempre lo stesso, «porre fine al comando» di qualcuno; e l'insegnamento, anche: il viaggio come ricerca di se stessi), con il grande fiume sostituito dalla rotta Terra-Nettuno e la navicella spaziale che prende il posto del battello. Certo, quando entra in scena, Tommy Lee Jones non è Marlon Brando, ma il meccanismo attesa-rivelazione funziona perfettamente.

Per il resto, è curioso scoprire che anche in un lontano futuro, in qualsiasi punto del sistema solare, si vive esattamente come oggi, in una qualsiasi metropoli terrestre: stesse routine, stessi problemi affettivi. Ma la risposta all'interrogativo eterno («L'Uomo è solo in questo universo?») è pacificante.

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