A tu per tu

"Le parole nello show? Ecco cosa è cambiato"

Intervista a Enrico Brignano, l'attore e comico romano: "Non sono mai stato censurato. Il politicamente corretto? Riduce il campo d'azione per far ridere"

Brignano: "Satira sì, ma attenzione alle parole"

"Le parole hanno un peso". Nanni Moretti? No, Enrico Brignano. L'attore e comico romano - che pochi giorni fa ha chiesto alla compagna Flora Canto di sposarlo sul palco dell'Arena di Verona, proprio come Fedez - si racconta a ilGiornale.it.: dall'attenzione nel creare i suoi monologhi alle elezioni del sindaco della Capitale fino al suo ultimo spettacolo nei teatri a capienza ridotta.

Enrico Brignano, l’Italia del 2021 sa ancora ridere?

"Beh, penso proprio di sì. Anzi, ora come non mai serve una risata per trovare la forza di reagire alla situazione e riconquistarsi il più possibile la normalità".

Ora però anche i comici devono stare attenti a ciò che dicono… Nei mesi scorsi ci sono state polemiche, per esempio, per alcune frasi di Pio e Amedeo. Che ne pensa?

"Ognuno ha la propria cifra comica, quindi non entro assolutamente nel merito specifico. Per quanto mi riguarda, posso dire che cerco di stare molto attento alle parole che uso, perché hanno un peso che viene amplificato dalla visibilità mediatica che ho, poca o tanta che sia. Trovo che parlare in pubblico sia una responsabilità, ma non solo adesso. È sempre stato così".

È la vittoria del politicamente corretto?

"Ma sa, se si guardano film comici (e non) di anche solo 35 anni fa, si osserva come alcune cose oggi non potrebbero assolutamente essere usate come oggetto di ironia. Ma del resto si va avanti, la cultura va avanti e, per fortuna, si conquistano diritti e posizioni. Se si vuol essere politicamente scorretti si può ancora fare, ma si deve avere una ragione per farlo. Provocare per provocare è inutile, anzi credo sia molto più stimolante alzare l’asticella e provare a divertire senza mancare di rispetto a nessuno. Di sicuro il politicamente corretto riduce il campo d’azione per un comico, ma per chi fa il mio mestiere, dà una certa soddisfazione far ridere malgrado tutti questi paletti nel linguaggio e nei temi da usare. Totò insegna".

Adesso è in tour con “Un’ora sola ti vorrei”. Quando prepara i monologhi del suo suo spettacolo, pensa alle possibili conseguenze delle sue parole?

"Come le ho già detto, sì... lo faccio".

Le è mai capito di essere “censurato”?

"Non mi pare. Ho sempre avuto la possibilità di dire ciò che penso".

Finora la capienza dei teatri è stata al 50% con Green Pass. Si passerà all'80%... va bene così?

"Meglio di niente. Scalpito da troppo tempo per tornare in teatro, quindi mi adatto. Tanto che, per tener fede al contratto col pubblico, che ha acquistato i biglietti oltre un anno e mezzo fa, ho deciso di fare ogni giorno doppio spettacolo, in modo da accontentare tutti, ma seguendo il protocollo. Capisco possa essere una scocciatura doversi riprenotare, biglietto alla mano, per registrarsi in un certo giorno a una certa ora, ma le persone per fortuna comprendono. Ci stiamo venendo incontro, insomma, per passare del tempo insieme in teatro. Tornare all’80% è un'ottima notizia perché ci consentirà di ridurre i disagi".

I lavoratori del mondo dello spettacolo hanno avuto il supporto necessario durante questa pandemia?

"Il nostro è stato uno dei settori più trascurati in questo periodo. Io ho da anni sempre gli stessi tecnici, siamo una famiglia ormai. E so bene quante difficoltà ci siano state. Per questo è stato utile riprendere anche al 50%. Bisognava dare un segnale positivo".

Perché la politica pensa poco al mondo della cultura?

"Qualcuno, nella classe politica, ha detto in passato che di cultura non si mangia. Beh, non è così, specie per l’indotto che genera, e spero che qualcuno ascolti prima o poi le nostre voci e restituisca importanza e dignità alla voce “cultura”.

Qual è il politico sul quale è più facile ironizzare oggi?

"Stanno tutti sullo stesso piano, sarebbe facile ironizzare, ma non faccio satira politica. Ho le mie idee, ma le tengo per me".

Lei si è vaccinato? E con che vaccino?

"Certo che sono vaccinato. È un atto di altruismo e di senso civico. Ho optato per la dose unica della Johnson".

Si sente più a suo agio sul palco di un teatro o davanti alla spia rossa della telecamera?

"Il teatro è la mia casa, un posto che amo e che vivo da sempre. La telecamera è un piacevole diversivo, ma il primo amore si sa, non si scorda mai".

Lei è un romano doc… com’è messa la Capitale?

"Non bene. È il risultato di una serie di amministrazioni, e badi bene che non ne faccio una questione di schieramenti politici. Semplicemente, Roma è difficile da gestire e la corruzione dilagante, di cui lo scandalo Roma Capitale è stata la punta dell’iceberg, non aiuta".

Facciamo un gioco: mi dica per chi voterà senza dirmi per chi voterà…

"Voterò la persona che mi ispirerà più fiducia".

Che inverno sarà per Enrico Brignano?

"Un inverno ricco di lavoro, dell’amore e del calore della mia famiglia.

E degli applausi e delle risate (almeno spero!) del pubblico che verrà a vedermi a teatro".

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