Cultura e Spettacoli

Cairo sbeffeggia la Rai e gongola per il "trionfo" di Floris su Ballarò

La rivincita dell'editore di La7: "Penso a quello che scrissero dopo la prima puntata di diMartedì e c'era chi criticava l'arrivo di Floris"

Cairo sbeffeggia la Rai e gongola per il "trionfo" di Floris su Ballarò

Urbano Cairo gode. Ah, come gode. In effetti, il sorpasso del programma di Giovanni Floris, diMartedì, sul competitor diretto, il Ballarò condotto da Massimo Giannini, è il momento perfetto per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Vecchie ruggini mai dimenticate. Un sorpasso importante, soprattutto perché il talk di punta della rete è "penalizzato dalle maggiori interruzioni pubblicitarie".

"C'è grande soddisfazione per il risultato di diMartedì. La soddisfazione è ancor maggiore se penso a quello che scrissero dopo la prima puntata, quando il programma faceva il 3,5% e c'era chi criticava l'arrivo di Floris a La7. Da una parte un programma, Ballarò, che esiste da 12 anni, dall'altra una trasmissione giunta appena alla 25esima puntata. Essere arrivati a totalizzare il 6% con una certa regolarità, superando Ballarò anche in termini assoluti nel periodo di sovrapposizione, è un risultato rimarchevole"- racconta Cairo intervistato dall'Ansa.

E, tra l'euforie e la sbornia da share, c'è scappata anche una valutazione sulla proposta del premier Matteo Renzi di prevede una rete televisiva pubblica di cultura senza pubblicità. Cairo di è detto d'accordo con la "linea editoriale" del governo, ma "sulle altre reti, ove ci fosse la pubblicità, occorrerebbe consentirla solo fino alle 20 come accade in alcune tv pubbliche europee". L'attacco ai "privilegi" della Rai è chiaro: "Qualcuno mi deve spiegare perché dobbiamo essere costretti a competere con una società che ha un vantaggio enorme rispetto a noi perché può contare, oltre che sulla pubblicità, sulle risorse del canone che ammontano a 1,6 miliardi. In Europa la Bbc non ha pubblicità, la tv pubblica in Danimarca e quella in Norvegia non hanno pubblicità. La tv francese e tedesca hanno la pubblicità solo fino alle 20.

Il nostro è il Paese dove la pubblicità costa di meno."

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