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Il cavaliere oscuro - Il ritorno, la trasformazione di Tom Hardy

Tom Hardy è forse l'elemento più iconico del terzo e ultimo capitolo della trilogia di Nolan dedicata a Batman: ecco come l'attore britannico si è trasformato in Bane, uno dei cattivi più apprezzati nell'universo dell'Uomo Pipistrello

Il cavaliere oscuro - Il ritorno, la trasformazione di Tom Hardy

Il cavaliere oscuro - Il ritorno, che va in onda questa sera alle 21.19 su Italia 1, è il capitolo conclusivo della trilogia che Christopher Nolan ha dedicato a Batman. Dopo la morte prematura di Heath Ledger nel secondo capitolo, la terza pellicola della serie vede l'attore Tom Hardy fare il suo ingresso in scena nei panni di uno degli antagonisti più apprezzati di Batman, Bane.

Il cavaliere oscuro - Il ritorno, la trama

Sono passati otto anni da quando il miliardario Bruce Wayne (Christian Bale) ha deciso di "appendere al chiodo" la sua identità segreta. Le strade di Gotham non hanno più visto in azione l'Uomo Pipistrello da quando Batman, di comune accordo con il commissario Gordon (Gary Oldman), si è addossato la colpa per la perdita del retto procuratore distrettuale Dent (Aaron Eckhart), che nel frattempo era diventato il criminale Due Facce. La sconfitta di Joker e l'isolamento di Batman/Wayne ha fatto sì che la città di Gotham attraversasse un inaspettato periodo di serenità. Ma la pace non è qualcosa destinato a durare nelle strade della metropoli criminale e ben presto all'orizzonte appare il criminale Bane (Tom Hardy), un terrorista con un piano ben specifico per la città di Gotham. La brutalità di Bane costringerà Bruce Wayne a riprendere in mano il suo mantello e, nel fronteggiare la minaccia crescente, sarà affiancato da una strana serie di aiutanti, da Selina/Catwoman (Anne Hathaway), al giovane poliziotto John Blake (Joseph Gordon-Levitt), passando per la misteriosa Miranda Tate (Marion Cotillard). E, naturalmente, non può esistere impresa di Batman senza i consigli saggi di Alfred (Michael Caine) e la tecnologia di Lucius Fox (Morgan Freeman).

Ecco come Tom Hardy è diventato Bane

La trilogia di Christopher Nolan dedicata a Batman è uno degli esempi migliori di cinecomic autoriali, in cui la fonte originale proveniente dal mondo dei fumetti riesce a trovare un modo per amalgamarsi allo stile intimo e specifico di un autore cinematografico. Un successo, questo, che si era già visto in Il cavaliere oscuro e che aveva reso la saga di Nolan un vero e proprio gioiello nel mondo della settima arte. Non sorprende, dunque, che quando Tom Hardy è stato avvicinato per interpretare Bane, l'attore britannico abbia accettato senza alcuna esitazione. Stando a quanto riportato dal sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, Tom Hardy avrebbe accettato il ruolo senza nemmeno degnarsi di leggere la sceneggiatura. A colpirlo era stato tanto il pensiero di poter far parte di un film su Batman, quanto di avere accesso a sedute di allenamento intensivo che potevano divertirlo. Tuttavia sono state proprio le scene di combattimento a metterlo in difficoltà: non per lo sforzo fisico richiesto, ma proprio per l'amore che l'attore aveva nei confronti di Batman. Come ha raccontato all'Indipendent, Tom Hardy aveva dei problemi all'idea di girare delle scene in cui faceva a pugni con Batman perché da bambino ne era stato un grandissimo fan. "C'era il me di tre anni che urlava: 'Oddio è Batman. È Batman e sta per colpirmi, ma io amo Batman!"

La preparazione per diventare e trasformarsi è stata altrettanto dura. Dal momento che nei fumetti Bane ha un fisico simile a quello di Hulk della Marvel, Tom Hardy ha dovuto prendere circa quattordici chili di massa muscolare che lo facessero sembrare ancora più grosso e brutale, un criminale d'acciaio difficile da abbattere. Proprio per conservare questa aurea di "imbattibilità" Tom Hardy ha dovuto anche modificare la sua altezza: alto un metro e settantacinque centimetri, Tom Hardy ha dovuto indossare per tutto il tempo dei "rialzi" di circa sette centimetri per risultare più imponente. Inoltre il suo costume era molto pesante e caldo e, secondo Screen Rant, la sua voce rischiava di perdersi spesso dietro la maschera che indossa nel film.

A tutto questo si devono aggiungere anche le lunghe sedute di allenamento e quelle di make-up: queste ultime, nello specifico, erano necessarie a nascondere i numerosi tatuaggi che Tom Hardy ha sulle braccia e sul petto.

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