Che meraviglia la polifonia davanti al «Creatore»

La mano puntata del Creatore, avvolto da una turba di angeli, parte destra della Creazione di Adamo di Michelangelo, campeggia sulla copertina della nuova magnifica registrazione del Coro della Cappella Sistina (Deutsche Grammophon), diretto da Massimo Palombella. Un'immagine che non potrebbe essere più eloquente e pertinente, perché la registrazione è effettuata proprio nel sancta sanctorum fonico, davanti agli affreschi di Michelangelo. Ancor più suggestivo è il fatto che l'insigne cantoria esegue nella Sistina una delle «creazioni» del suo più celebre magister cantorum, la Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina. Opera e Autore alla quale la leggenda attribuisce la salvezza della polifonia contro ai restauratori del gregoriano nel Concilio Tridentino. Messa intitolata al maceratese Marcello (II) Cervini degli Spannocchi, Romano pontefice per sole tre settimane che si narra richiamasse il Palestrina e i suoi cantori ad un atteggiamento sempre consono alla liturgia (non cantare con letizia durante la Passione) e improntato alla massima chiarezza della parola (soprattutto nel Gloria e nel Credo).

Di qui la luminosa trasparenza e la miracolosa bellezza della messa palestriniana, assurta nei secoli a modello assoluto di purezza polifonica - simbolo non temporale di spiritualità, memento al tempo stesso di immortalità e di finitezza dell'umano, sbocciato nel tempo tormentato della Controriforma.

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