Cultura e Spettacoli

Ciak, si (ri)gira Di scena il mondo di Guareschi

Luigi Mascheroni

Ma quanto manca, e a quanta gente, Giovannino... Sono passati cinquant'anni dalla morte di Giovannino Guareschi (1908-68), ed è più amato e popolare che mai. Ristampe dei suoi libri, traduzioni in tutte le lingue del mondo, ogni volta che passa un film di Don Camillo l'audience è sicura, e poi convegni, studi, tesi di laurea... E mostre. Eccone due, una più bella dell'altra.

La prima è stata inaugurata da poco (resta aperta fino all'8 settembre), alla Biblioteca cantonale di Lugano, e non a caso: qui nel Canton Ticino, a Cademario, Giovannino Guareschi passò lunghi periodi, scegliendo il piccolo villaggio come seconda dimora, dopo l'amata Roncole. S'intitola Adesso vi racconto tutto di me. Giovannino Guareschi (1908-1968), è curata da Alberto Guareschi (il figlio, 78 anni) e da Luca Saltini con la collaborazione di Guido Conti (uno che Guareschi lo conosce bene...), e racconta attraverso fotografie, disegni, lettere e manoscritti la vita di uno scrittore che non fu solo l'autore di Don Camillo, ma anche giornalista, illustratore, sceneggiatore, imprenditore agricolo... Ed ecco la sua vita, pannello dopo pannello: l'infanzia nel podere di famiglia, gli studi a Parma, gli esordi come disegnatore e vignettista (sono esposte preziose copie di giornali degli anni Trenta), l'epoca «satirica» del Bertoldo, poi la guerra e la prigionia (c'è il drammatico diario di quei giorni e il manoscritto originale della Favola di Natale messa in scena dai detenuti nel lager di Sandbostel), e dopo le battaglie portate avanti sulle pagine del Candido, la sua «guerra» contro il Pci, il successo con la saga di Don Camillo (ed ecco le lettere di Fernandel e Gino Cervi)...

La seconda mostra apre il 14 giugno (fino al 15 luglio) a Villa Bertelli, a Forte dei Marmi: Don camillo, Peppone e il crocifisso che parla. 70 immagini per raccontare la finzione che diventa realtà. Curata da Giorgio Casamatti, Guido Conti e Federica Sassi, è una sfilata di 70 scatti del fotografo Osvaldo Civirani, scelti insieme ai figli di Giovannino Guareschi, che descrivono la preparazione delle scene, i momenti di riposo e di lavoro prima del ciak durante le riprese della strafortunata serie di cinque pellicole (girate in un arco di tempo di 18 anni, sempre nella Bassa) della saga di Peppone e Don Cammillo. Protagonisti assoluti: il regista Duvivier, i due divi Fernandel e Gino Cervi e l'intero cast. Un racconto nel racconto che da un parte accompagna il lettore/spettatore nel mondo di Guareschi, tra cinema popolare e grande letteratura, e dall'altra riflette sul lavoro di Giovannino Guareschi e sulle sue radici nel «mondo piccolo», ma ricchissimo, della provincia italiana.

Piccola nota a margine.

I due cataloghi fanno la gioia di collezionisti e amanti di Guareschi.

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