Claudio Risé cerca l'uomo in piena crisi d'identità

In libreria la versione aggiornata di un libro cult anni Novanta

Andrea ChinappiChe il genio artistico di Leonardo Da Vinci sarebbe stato irripetibile era cosa certa già dal Rinascimento, ma che una sua massima si sarebbe rivelata illuminante mezzo millennio dopo non era poi così scontato. «Il salvadego è colui che si salva»: il selvatico è colui che non deve chiedere di essere salvato. Claudio Risé, psicanalista e studioso di grande calibro, torna in libreria con la versione aggiornata di un libro cult degli anni Novanta e che oggi risulta più attuale che mai: Il maschio selvatico 2 (San Paolo Edizioni, pagg. 280, 14,50 Euro). Dal motto davinciano la penna di Risè fa scaturire un'analisi degli uomini «in crisi d'identità», stretti tra il politicamente corretto delle buone maniere e una confusione «di genere» che li vuole in quarantena e addestrati al consumo. Chi è, dunque, il selvatico? Colui che ritorna, che si salva da solo e sfugge al controllo di chi pretende di «salvarlo» in cambio di una concessa schiavitù personale, familiare.

Claudio Risè offre una via d'uscita al labirinto iper-burocratizzato, incrociando le grandi narrazioni europee dal Parsifal fino a San Francesco - con i sogni di uomini in difficoltà, e «curando», attraverso le pagine del libro, gli scettici riguardo l' «homo salvadego». Selvatici di tutto il mondo, unitevi!

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