«Concerto Classics», la musica per la gente

L'annuncio che una casa discografica si rinnova e imbocca un nuovo cammino, è una notizia (quasi) clamorosa, vista l'attuale bradisismo inarrestabile di idee, vendite e ricavi. Le ragioni certo, non sono solo economiche, ma anche editoriali: major che per decenni hanno continuato a rifare lo stesso repertorio per soddisfare l'ego di artisti poco (o nulla) interessati al fatto culturale che rappresenta «l'incisione». Quanto si propone Concerto Classics, etichetta con sede a Milano e cuore aperto a tutta la musica italiana (dai Benedetto Marcello a Rossini, al Novecento storico di Casella e Malipiero), è proprio l'esatto contrario: la registrazione come fatto culturale a tutto tondo. Hanno aderito con entusiasmo artisti di chiara fama (da Ottavio Dantone a Diego Fasolis, dall'Orchestra della Svizzera Italiana ad Andrea Bacchetti) e giovani promesse. Obiettivo: raccontare «storie», «analizzando i legami fra musica ed arti figurative, il rapporto fra musica e territorio, la valorizzazione di antiche fonti musicali manoscritte e la loro protezione», come chiarisce l'ideatore e direttore generale Mario Marcarini, «e ovviamente la loro divulgazione attraverso workshop, concerti da tenersi in occasione delle inaugurazioni di prestigiose mostre; ma anche incontri con il pubblico, rivolti soprattutto ai giovani.

» Anche per questo nella sede di Milano (Largo Isabella d'Aragona 1) c'è uno spazio aperto a tutti quanti, Casa della Musica. Così Concerto Classics inizia il cammino come luogo d'incontro, laboratorio di progettazione, ascolto e trasmissione dell'amore per la musica.

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