Cultura e Spettacoli

"Divento una vera strega ma per far felici i bambini"

L'attrice australiana approda al festival di Roma con il fantasy "Il Mistero della Casa del Tempo"

"Divento una vera strega ma per far felici i bambini"

Eccola, è lei: Cate Blanchett, la magnifica attrice di Melbourne due volte Premio Oscar (The Aviator, 2005 e Blue Jasmine, 2014), plana all'Auditorium. Ed è subito Festa in grande stile, perché la versatile artista, madre di quattro figli che linea nel tailleur nero da eterea dama di classe! -, al secondo giorno della kermesse infiamma con un fantasy destinato alle famiglie. Il Mistero della Casa del Tempo (dal 31 ottobre) di Eli Roth, autore di horror come Hostel, nonché collaboratore di Tarantino, la vede nei panni d'una strega benevola, di viola vestita e riecheggiante malìe alla Harry Potter. Una casa infestata e un orologio nascosto nel muro, i cui tic-tac portano a un magico allineamento... E poi c'è una vicina come la potente fattucchiera Florence Zimmerman, dal passato tragico, ma pronta a coinvolgere il ragazzino Lewis, orfano che vive con lo zio picchiatello (Jack Black), in strane avventure stregonesche. Questa la base del film, tratto da La pendola magica, classico per ragazzi di John Bellairs.

Insieme a Meryl Streep e a Judi Dench, Cate, sposata con lo scrittore Andrew Upton, viene considerata la più grande attrice del mondo. Ed è così: oltre ai suoi ruoli classici, la star convince in pieno come Mrs.Zimmermann. Soprattutto quando dice che la magia è dentro di noi: basta cercarla. Lei, del resto, ha comprato un maniero vittoriano da 4,5 milioni di dollari nell'East Sussex, già posseduto da Arthur Conan Doyle, l'autore di Sherloock Holmes.

Quanto le è congeniale il genere fantasy?

«Molto: la sceneggiatura del film mi è piaciuta subito. Era magia nel mondo reale. La magia significa trasformazione e il cambiamento rimanda all'alchimia: è un'enorme metafora. E un messaggio fantastico da dare a bambini e famiglie: non bisogna lasciarsi etichettare dalla targhetta che ti mettono addosso».

Girare film per bambini la fa sentire responsabile dei contenuti che passano tramite lei?

«È un'enorme responsabilità. Ho quattro figli e, ai loro occhi, cerco di trasformare il mondo in un luogo piacevole e sentimentale. La nozione d'infanzia è un concetto del 19esimo secolo, poi diventa un concetto di marketing. Dai bambini si può imparare molto: negli occhi di mio figlio Ignatius, 10 anni, vidi la meraviglia leggendogli le storie della Pendola Magica».

Come ha costruito il suo personaggio di strega?

«Non leggo molti romanzi, né vado in giro per mostre. Semplicemente, elaboro le cose che m'interessano intorno a me. Tutto quel che vedo dorme dentro di me e, all'improvviso, si fa sentire. Penso ai capelli bianchi, che non ho, e voglio divertirmi. Per Mrs.Zimmerman ho guardato soprattutto vecchie foto: il mio personaggio è sopravvissuto ai campi di sterminio, ha perso una figlia... Poi ho letto il libro della serie e ho lavorato con le reazioni di mio figlio piccolo».

Ha tre figli naturali e ha adottato la piccola Edith. Che tipo di madre è?

«Mi sorprende che la gente sia interessata a me: la mia esperienza non m'interessa, sono annoiata da me stessa. Come il film parla di tre persone e un orfano, che si uniscono e formano una famiglia perché le famiglie si formano in mille modi -, così sono una mamma che non fa alcuna differenza tra i figli naturali e la figlia adottiva».

Nel film c'è l'invito ad essere indomiti: lei lo è?

«Sì: riesco a considerare anche i miei successi come fallimenti. A livello professionale, i fiaschi ti rendono indomito: dal successo d'impara ben poco. Per gli attori, gli insuccessi sono sfide».

Da ragazza, quali libri leggeva?

«Sherlock Holmes e i gialli di Nancy Drew. Però, andavo pure in bicicletta, come adesso: dove abito io, nel Sussex, gli uomini vanno tutti in bici: si depilano, indossano tute in lycra..un vero fenomeno!».

Quale magia farebbe?

«Manderei tutti a votare».

Commenti