Donatella Rettore: "Sono arrabbiata con Fazio"

In una lunga intervista concessa a Leggo.it, Donatella Rettore ha spiegato i motivi che, secondo lei, l'hanno tenuta lontano dalla televisione italiana

Donatella Rettore: "Sono arrabbiata con Fazio"

Donatella Rettore è tornata a dire la sua sulla televisione italiana e sulle sue personali apparizioni in essa. In una lunga intervista a Leggo.it la cantante di Castelfranco Veneto ha lamentato di lavorare poco e ne ha spiegato anche i motivi prendendosela un po' con Fabio Fazio.

Donatella Rettore: "Sono arrabbiata con Fazio"

Donatella Rettore ritiene che si stava meglio quando si stava peggio, per utilizzare un vecchio adagio. Per poter lavorare, infatti, è dovuta emigrare all'estero. Precisamente in Germania. Parlando del Paese teutonico la Rettore ha detto: "La Germania è stata la mia culla. Mi chiamavano Donatella e da lì in tutto il mondo. In Italia invece come ho scelto Rettore è cominciato il successo". Ma questo agli inizi della sua carriera. Successivamente, comunque, le cose sono cambiate. Rettore, infatti, continua: "In Italia non mi volevano, dicevano che ero una buzzicona. Gli italiani guardano le apparenze. Me lo disse anche Lucio Battisti quando lo incontrai all’estero. Era il 1978 e lui da anni non andava più nella tv italiana. Gli chiesi perché? E lui: 'Mi guardano il foulard, come porto i capelli, se ho la pancia. Non faccio più neanche i concerti'. Ha fatto pure il disco dal titolo L’Apparenza".

E anche nel recente passato, nonostante la sporadica partecipazione a Tale e Quale Show, non è cambiato molto, infatti Rettore continua: "Sono sempre andata molto all'estero, ma da sei mesi non mi chiamano più. È terribile. Niente".

Ed è a questo punto che Donatella Rettore spiega perché ce l'ha con Fazio: "Fazio a Quelli che il calcio mi invitava sempre come tifosa dell’Hellas Verona, a Che Tempo che Fa invece non mi ha mai chiamato. Neanche col disco nuovo, e io ci sarei andata gratis. Sono arrabbiata con lui.

Evidentemente mi considera un’artista solo se si parla di calcio. Tutte le settimane ero lì e ho fatto anche la sigla del Processo del Lunedì, voluta dal grande Aldo Biscardi".

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