Cultura e Spettacoli

Con Dreiser amori scombinati nel ventre Usa

Daniele Abbiati

«Colui che ha moglie e figli ha dato ostaggi alla fortuna». Dove per «fortuna» s'intende anche quella economica, propria e della società in cui si vive. Piaceva molto, a Theodore Dreiser, questa frase stentorea, ammonitrice, classica, del pragmatico filosofo inglese Francis Bacon. Infatti lo scrittore statunitense, penultimo di dodici figli di una coppia d'immigrati tedeschi, nato in Indiana nel 1871, la infila in ben due racconti, The Old Neighborhood del 1918 e Convention del '25.

Nel primo il protagonista torna a visitare il suo vecchio quartiere del titolo, oltre vent'anni dopo aver lasciato la moglie e aver pianto i due bambini che lei gli aveva dato, morti in tenerissima età. Era stata l'ambizione, la voglia, direbbe Bacon, di «fortuna», a spingerlo altrove, lontano, «in risposta al comando del demone», scrive Dreiser. E adesso l'anonimo, tradito dal Sogno Americano, più ricco, certo, ma soprattutto «più pesante, grigio, invecchiato», dopo rapida ricognizione nei luoghi della gioventù con annesso bilancio esistenziale, risale in macchina e se ne va, «con la sua tristezza».

Il secondo racconto ci presenta Wallace Steele, un giornalista con velleità di brillantone e sciupafemmine, al centro di una sorta di giallo coniugale: la sua bella amante viene accusata d'aver tentato di uccidere con dei dolcetti avvelenati la di lui insignificante moglie. Le convenzioni del titolo sono sia quelle dello scribacchino e della sua signora, sia quelle dell'ondivaga e capricciosa opinione pubblica, che partecipa, con tifo da stadio per l'una o l'altra donna, alle vicende processuali. Ma il risultato è simile a quello del racconto precedente: anche Steele, la cui storia è svelata da un collega disegnatore, agli occhi del mondo risulta un fallito.

Questi due case history di piccoli (molto piccoli...) uomini-azienda sono riuniti, con altre tre narrazioni di Dreiser, in Matrimonio per uno e altre storie coniugali (Elliot, pagg. 119, euro 14,50, traduzione di Diana Bonaccossa). In Libero assistiamo al flusso di coscienza di un marito da sempre insoddisfatto dal rapporto con la moglie ora morente, ma adesso ostaggio del rimorso che lo induce persino a ritenersi colpevole di quella malattia; in La perduta Phoebe un anziano perde il senno e la vita inseguendo il fantasma dell'amata compagna; in Matrimonio per uno un uomo conosce il doppio taglio dell'emancipazione, per cui si è molto adoperato, della sua metà la quale, partita come sciacquetta di provincia e arrivata come dama salottiera, lo tira e molla a più riprese, senza che lui se ne disinnamori.

Detto che anche in altri cinque racconti, questa volta degli anni Trenta (riuniti in volume da Sellerio nel 2000 sotto il titolo Un caso di coscienza), Dreiser gira intorno al matrimonio e alle sue infauste conseguenze, e che già nel romanzo d'esordio del 1900, Sister Carrie, aveva indicato nell'arrivismo, figlio primogenito della società dei consumi, la peggiore malattia sociale del suo Paese, viene un sospetto.

Forse, sotto sotto, l'autore della fluviale «Trilogia del desiderio», morto a Hollywood nel '45, considerava l'intera America una piacevolissima amante, ma una cattiva consorte.

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