Ecco un «Sorpasso» da manuale

In scena al Manzoni di Milano la trasposizione del mitico film di Risi

Maria Lucia Tangorra

Assistendo alla prima trasposizione teatrale del film cult Il sorpasso di Dino Risi al teatro Manzoni di Milano ci si rende conto di quanto la sceneggiatura scritta dallo stesso Risi con Scola e Maccari sia attuale. L'adattamento curato da Micaela Miano per la regia di Guglielmo Ferro ha per protagonisti Bruno (nel ruolo che fu di Gassman troviamo Giuseppe Zeno, da cui traspare ora freschezza, ora la maschera di chi è perso e disperato) e il giovane Roberto (Luca Di Giovanni). Si conoscono - un po' per caso, un po' per la loquacità del primo - in una mattina di Ferragosto in una Roma deserta. Parte così il viaggio sulla Lancia Aurelia, impresso nella memoria di ogni cinefilo. Non era semplice per Ferro e la compagnia (tra gli interpreti Cristiana Vaccaro) affrontare un capolavoro della commedia all'italiana. Per riuscire non potevano che rispettare la dinamica teatrale senza pretendere di emulare i grandi di quel film, ma ricordando, oggi, il messaggio che comunicava: «volare» sì, ma senza accelerare in curva. A ciò si aggiunge il desiderio di voler omaggiare quella stagione del nostro cinema . I dialoghi sono rimasti abbastanza fedeli puntando l'occhio di bue più sui personaggi.

Emerge il conflitto di caratteri tra due modi di vivere ed essere distanti fino a scoprire che «è più facile diventare amico di un estraneo che di una persona che magari conosci da molto tempo» afferma il ragazzo. «Io bene come in macchina non sto in nessun posto» rivela dal canto suo Bruno. L'auto diventa così rifugio e gabbia in cui rintanarsi e scoprirsi in una giornata di vacanza.

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