Al Festival Pergolesi a caccia di «falsi» pregiati

Le «bufale», che facciano riferimento all'ottusità credulona del bovino o no, hanno esempi antichi. In campo musicale i cosiddetti «falsi d'autore» sono un genere con riuscite suggestive. Il Festival Pergolesi Spontini dal 1 settembre ci propone un viaggio (fra Jesi, Maiolati Spontini, Ancona, Apiro, Loreto, Monsano, Serra De' Conti e Ostra) alla riscoperta di false attribuzioni, travestimenti, parodie. Si parte dal genius loci, Giovanni Battista Pergolesi, uno degli autori più falsificati della storia della musica, il cui celeberrimo Stabat Mater fu oggetto di una riscrittura nientemeno che di Johann S. Bach (udibile il 2 settembre presso la l'Abbazia di S. Urbano di Apiro). Stesso giorno ma alla Galleria di Palazzo Pianetti (Jesi), sarà la volta delle celebri poesie di Ossian, bardo scozzese inventato da James Macpherson per le cui gesta si esaltarono Napoleone e Goethe (alcune liriche sono musicate da Sua Maestà, Franz Schubert). Il colore del sole, opera in prima assoluta di Lucio Gregoretti (Jesi, 8 settembre), è tratta dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri che pone al centro un «diario di Caravaggio», che l'autore dichiara aver avuto tra le mani in circostanze misteriose.

Altro celebre ciclo liederistico, le Chansons De Bilitis (9 settembre, terrazza del Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona), poesie che Pierre Louÿs pubblicò attribuendole a Bilitis, poetessa coeva a Saffo, e intonate dall'amico Claude Debussy. Sulle tracce dei «falsi» si possono scoprire luoghi di una regione ferita, dignitosa, accogliente, vera.

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