Il film-Oscar fa il botto Mediaset festeggia (e i soliti noti rosicano)

Le cifre, del resto, parlano chiaro. La Grande Bellezza, trasmesso martedì sera da Canale 5, è diventato il film più seguito in tv negli ultimi dieci anni. 36.12% di share. 8 milioni e 861mila telespettatori medi. Un colpaccio che vale doppio. Per capirci, nel 2005 (ossia in un'altra era televisiva) Harry Potter e la pietra filosofale, ha raggiunto su Raiuno quasi un milione di telespettatori in meno (share 32.4%). mentre La Bella e la Bestia (sempre Raiuno, ma nel 2012), 7 milioni e 655mila telespettatori con un 26.1% di share. Insomma La Grande Bellezza ha fatto numeri competitivi con il Festival di Sanremo (quest'anno poi). E non soltanto in tv. Il film è esploso anche nelle discussioni in radio (ad esempio su Rtl 102.5) e sui social network, che ormai sono una cassa di risonanza decisiva nel valutare l'impatto di un fenomeno. Su Twitter l'altra sera il film ha scatenato quasi settantamila tweet ed è diventato «topic trend», uno degli argomenti più discussi in assoluto. Se poi si valutano i dati più appetitosi per gli investitori pubblicitari, ossia quelli legati alla fascia di telespettatori compresi tra i 15 e i 64 anni, il risultato è ancora più eclatante: quasi il 40 per cento di share, con picchi del 44 e dodici milioni di telespettatori. I numeri di un successo clamoroso.
E se il vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi sottolinea che si è trattato di «una scelta innovativa, per certi versi coraggiosa», il direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri conferma che i «contatti sono stati 21 milioni e mezzo» per una operazione «che ha portato nelle case di moltissimi italiani l'opera di uno straordinario talento del cinema italiano». E a confermare il risultato arriva anche Carlo Freccero, ex direttore di Rai2, Rai4, Italia Uno e geniaccio televisivo super partes: «Scatto d'orgoglio vero, chapeau a Pier Silvio Berlusconi e a Mediaset. Sono stati bravi e soprattutto tosti. È stato uno schiaffo alla Rai, perché hanno fatto più ascolti, si può dire, del Festival di Sanremo incentrato sulla bellezza, e ancor di più a Sky, che ha rifiutato l'acquisto dei diritti dell'ultimo pacchetto Medusa con dentro La Grande Bellezza e Zalone, ad esempio». E anche Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica che è l'associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali, conferma che «il film giusto programmato al momento giusto può dare risultati straordinari». Un coro di consensi che, alla vigilia del ritorno del film in cento sale, attutisce la polemica preventiva dei gestori dei cinema, preoccupati dal probabile minor incasso per lo sbarco in tv del film premiato dall'Oscar. «La prima tv sarà una spinta al film, non lo danneggerà, e anzi sarà un rilancio pubblicitario che porterà dei vantaggi, spingerà al gente ad andarlo a vedere nella sale», ha detto il presidente di Medusa Film Carlo Rossella a Renato Franco sul Corriere della Sera.
Dunque per Paolo Sorrentino (che a inizio giugno festeggerà il centenario del Coni con un filmato, Morricone invece dirigerà un concerto all'Auditorium Santa Cecilia a Roma) è arrivato un altro Oscar a suggellare un'operazione artistica e commerciale che lascia l'amaro in bocca soltanto a chi è prevenuto. La Grande Bellezza, si sa, è prodotto da Indigo Film e distribuito da Medusa Film, società per azioni controllata dal gruppo Mediaset.

Un peccato originale che a tanti ha provocato improvvise amnesie (ad esempio a Curzio Maltese di Repubblica nel suo articolo da Los Angeles non l'ha neppure citata). La conferma che, come spesso accade, il pregiudizio rimane la peggior lente per valutare un'opera d'arte.

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