"Alabama Monroe - Una storia d’amore" del belga Felix Van Groeningen è un melodramma trascinante e amaro, vincitore di svariati premi sia in Europa sia negli Stati Uniti, ed è stato il principale rivale del nostro "La grande bellezza" agli Oscar. E' un film che esplora le difficoltà che una relazione, anche la più romantica e appassionata, ha di sopravvivere a una disgrazia. Siamo in Belgio, ai giorni nostri. Didier (Johan Heldenbergh) è un giovane uomo innamorato dell'America rurale e della musica bluegrass (un tipo di country old style). Vive visceralmente le sue passioni, proprio come fa la sua compagna, Elise (Veerle Baetens), tatuatrice dall’indole spirituale. I due, pur molto diversi, sono indivisibili e dalla loro unione stravagante e felice nasce Maybelle. All'età di sei anni, però, la bambina si ammala gravemente e i grandi dolori, è noto, uniscono o dividono. Didier ed Elise, date le loro visioni inconciliabili sul senso della vita, reagiscono in maniera opposta di fronte al dramma e le differenze che prima arricchivano la coppia iniziano ora a minarla profondamente. Lui, orgogliosamente ateo e razionalista, limiterà le vie di fuga dalla sofferenza che la compagna, incline a poesia e religione, sembrerebbe trovare.
Intenso e mai stucchevole, "Alabama Monroe" poggia su un connubio insolito ma riuscito tra cultura europea e folk americano ed è tratto dall'omonima pièce teatrale, d'ispirazione autobiografica, di Johan Heldenbergh, il protagonista maschile della pellicola.
La storia non viene presentata in maniera cronologicamente lineare, è anzi destrutturata attraverso un susseguirsi di flashback: una frammentazione intelligente che permette di alternare la tenerezza dei momenti passati alla dolorosità di quelli presenti. A fare da filo conduttore sono alcune scene in cui i protagonisti suonano e cantano canzoni bluegrass, sollievo momentaneo allo spettatore che sta assistendo impotente alla vicenda. La sofferenza è messa a nudo con sguardo lucido e realistico e le meravigliose performance attoriali regalano credibilità e potenza emotiva ad un film che ha il merito di non rincorrere mai né pathos né pietismo.
Veerle Baetens è eccezionale nel lasciar trasparire in maniera naturale le vette come le voragini raggiunte dallo spirito del suo personaggio. La sua Elise è una donna dalle emozioni a tinte forti ed è lacerante osservarla tentare di sopravvivere ai propri abissi di tristezza e cercare di ripartorirsi. Il dolore la segna al punto da farle sviluppare indifferenza e apatia.
Il continuo "ruminare" interiore sul cancro della figlia sembra aver aperto in lei la strada a un cancro dell'anima capace di mutare istinto di vita in istinto di morte."Alabama Monroe" è l'occasione per riflettere, una volta di più, su quanta bellezza e amarezza sia in grado di regalare l'esistenza.
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