Il film del weekend: “La leggenda del cacciatore di vampiri”

Ennesima declinazione del tema vampiresco, stavolta storicizzato nel contesto della guerra di secessione americana. Spettacolarità, arti marziali e bizzarrie

Il film del weekend: “La leggenda del cacciatore di vampiri”

Abramo Lincoln è ancora un bambino quando sua madre viene uccisa dal morso di un vampiro. Una volta cresciuto dedica tutto se stesso a vendicarne la morte e, grazie all’aiuto di un giovane nobile che lo addestra alle arti marziali, diventa un formidabile cacciatore di mostri armato di accetta con lama in argento. Con il passare degli anni si sposa, si dedica alla professione di avvocato e viene eletto Presidente degli Stati Uniti; mantenendo sempre viva la lotta contro ogni malvagità, si dedicherà a combattere sia schiavisti che “non morti”.

“La leggenda del cacciatore di vampiri” è una mistura di generi, un action che si pone come alternativo storico in stile horror. Diretto da Timur Bekmambetov, è tratto dal romanzo di Seth Grahame-Smith che ne firma la sceneggiatura, come aveva fatto per “Dark Shadow” di Tim Burton, qui presente in veste di produttore.

La trama che vuole vampiri tra le fila dei sudisti durante la guerra di secessione e Abramo Lincoln alle prese con l’identità segreta di persecutore di tali malefiche creature, è qualcosa che definire bizzarro è poco; è addirittura risibile. Però gli spunti impegnati non mancano: l’ossimoro vivente di un uomo in cui alla sete di vendetta si accompagnano alti ideali pacifisti, la metafora politica della società schiavista vampirizzata, il fatto che come arma per estirpare il male venga alla lunga consacrata la parola nobile piuttosto che l’accetta selvaggia. Purtroppo il tentativo di rendere autorevole la vicenda puntando su cotanto personaggio storico e luoghi pregni di significato, è il limite del film. Vista l’illogica sequela di spacconerie da supereroi avrebbe giovato puntare tutto sull’ironia anziché sulla serietà del messaggio “lincolniano”. E’ schizofrenico per lo spettatore badare a conservare rispetto per gli avvenimenti epocali ritratti e lasciarsi andare all’intrattenimento sguaiato da arti marziali al rallentatore in stile Matrix e massacri splatter.

Il cast appare all’altezza ed affiatato. L’attore protagonista, Benjamin Walker, non cessa mai di essere, quasi in maniera fastidiosa, il sosia perfetto di Liam Neeson; più raffinata la rappresentazione dei due vampiri impersonati da Dominic Cooper e Rufus Sewell, una spanna sopra agli altri interpreti.

Le azioni spettacolari e folli al limite del

kitsch, corroborate da un trascurabile 3D, fanno di questa pellicola una giostra da luna park più che una visionaria rivisitazione di epici avvenimenti storici. Piacerà, come prevedibile, ai fan del filone horror gotico.

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