Il film del weekend: "Promised Land"

Matt Damon in un buon film che pone interessanti quesiti ambientalisti, ma lo fa timidamente e quindi in maniera inefficace

Il film del weekend: "Promised Land"

"Promised Land" è una pellicola sul tema attuale e coinvolgente dell'impatto ambientale di alcune fonti energetiche, ma non fa mai cenno a informazioni scientifiche e non dà il giusto accento drammatico a quanto trattato, finendo quindi col mutare la propria diplomazia in inefficacia. E' in sostanza una rappresentazione di due posizioni opposte che dibattono senza mai fornire supporto reale a quanto sostengono. Rimane, ad ogni modo, un accurato e realistico ritratto della provincia americana ricattata dalla crisi economica.

Steve Butler (Matt Damon) e la sua collega Sue (Frances McDormand) arrivano in una cittadina rurale per conto di una società energetica, la Global, che ha affidato loro il compito di comprare ai contadini locali i diritti di trivellazione sulle proprietà terriere. L'impresa sembra facile grazie alla consumata bravura che i due hanno nel convincere con sorrisi affabili, frasi preconfezionate e denaro facile. Quando però un professore di scienze del paesino avanza dubbi sul fatto che l'estrazione di gas non sia un processo privo di serie conseguenze ambientali, la cittadinanza diventa comprensibilmente diffidente e si decide di mettere la questione ai voti in una data successiva perché tutti possano nel frattempo informarsi a dovere. L'arrivo in loco di Dustin Noble (John Krasinski), giovane e carismatico attivista ambientale, non farà che complicare ulteriormente il già compromesso lavoro di Steve e Sue.

I due attori Matt Damon e John Krasinski qui sono anche sceneggiatori; hanno preso un racconto di David Eggers e lo hanno adattato curando bene i dialoghi che sono la cosa migliore del film assieme all'interpretazione della grintosa Frances McDormand. Tra avidità e riserve morali, le persone ritratte si trovano a lottare con un conflitto di coscienza prima ancora che contro una spregiudicata multinazionale. E' ben caratterizzato, tra tutti, il protagonista, Steve, la cui ambizione vacilla lentamente assieme al venir meno di alcune convinzioni sulla società per cui lavora.

Ad un certo punto, verso la fine, arriva un colpo di scena a cambiare la prospettiva delle cose in modo davvero inaspettato; ma a parte questo il film fila via liscio e il regista, Gus Van Sant, non lascia trapelare un particolare coinvolgimento, forse perché è stato reclutato all'ultimo. Il finale appare un po' sbrigativo.

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