Il giallo più intrigante si svolge sempre in una camera chiusa

Luca Crovi

Non si può bluffare né truccare nulla in un genere letterario come quello dei delitti della camera chiusa. Ci sono regole precise che non possono essere infrante. Tutto deve avvenire in un luogo chiuso o almeno in un ambiente circoscritto e il più possibile inaccessibile che ci verrà poi descritto nel dettaglio. Gli indizi devono essere disseminati durante l'indagine e devono essere chiari fin dall'inizio. Lo scrittore che decide di intraprendere questo percorso non può barare, non può fregare i lettori facendo apparire o sparire prove, non può far comparire personaggi misteriosi senza spiegarne la provenienza. Non può giocare sterilmente con supposizioni che si riveleranno poi false.

Rino Cammilleri dimostra nell'originale raccolta di racconti intitolata I delitti nella camera chiusa (Il Giallo Mondadori) di conoscere bene il terreno della detection letteraria nel quale fa muovere i personaggi. Lui stesso ammette nell'introduzione al volume che il suo progetto è partito da una serie di apocrifi scritti settimanalmente per le pagine estive de Il Giornale. In quelle storie Cammilleri metteva in scena alcuni grandi investigatori della letteratura e ricalcava lo stile degli autori che li hanno inventati. Poi quelle prime storie sono sedimentate nel tempo e non solo sono state riscritte dall'autore ma sono anche spariti dai racconti i nomi degli investigatori celebri che ne erano protagonisti. I racconti hanno acquistato così una nuova freschezza e hanno permesso all'autore di essere più libero negli sviluppi e nella caratterizzazione dei personaggi e di proseguire la sua invenzione di storie creandone altre completamente nuove.

Il risultato è che i racconti radunati nel volume I delitti nella camera chiusa risultano davvero freschi. Cammilleri ovviamente non si dimentica la lezione di Arthur Conan Doyle, quella di Agatha Christie, quella di G. K. Chesterton, di John Dickson Carr, di Wilkie Collins, di Edgar Allan Poe e proprio per questo quelli raccontati da lui sono delitti possibili non impossibili. La cornice storica che fa spesso da supporto alle storie ambientandole nel Medioevo, sotto il fascismo, nell'India delle colonie, nel Giappone dalle tante tradizioni, rende ulteriormente affascinanti i percorsi. Originali risultano personaggi come l'inquisitore Corrado di Tours e il sacerdote Don Gaetano Alicante che l'autore rimette in scena dopo averli utilizzati in romanzi come L'inquisitore e Immortale odium. Feste dell'alta società, impolverate biblioteche, vasti castelli, giardini pubblici sono solo alcuni dei luoghi teatro di crimini che verranno risolti in maniera limpida dal narratore. E che il patto con i lettori sia davvero chiaro e la narrazione convincente lo si capisce fin dal primo racconto: Delitto nella stanza chiusa. L'agente segreto del Foreign Office Ronald Prior e l'ispettore di Scotland Yard Rick Openroad si ritrovano al pub Queen&Crown di Mayfair e decidono di consultare Jan van Helfin per risolvere la strana morte di sir Bruce Holcott ritrovato con una baionetta piantata nelle scapole.

l'anziano olandese ancora una volta dimostrerà di saper leggere sia gli indizi sia di conoscere nel profondo le ragioni degli animi umani. Divertente per i lettori sarà anche scoprire le citazioni letterarie che Rino Cammilleri ha disseminato nei suoi racconti attraverso i nomi dei personaggi e dei luoghi.

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