il Giornale OFF

Il "Giornale Off" fa diventare "in" gli artisti invisibili

Fermenti tra teatro, musica e cinema: parte domani l'appuntamento con la pagina dedicata a talenti dimenticati dai media

Una bella sfida. Soprattutto, una sfida inedita. Domani inizierà l'appuntamento domenicale con il Giornale Off, una pagina interamente dedicata agli artisti (e alle loro opere) che non conoscete perché sulla stampa finora non sono riuscite a trovare spazio. Bravi eppure sconosciuti. Indipendenti eppure schiavi della mancanza di visibilità. È una iniziativa lanciata dall'attore Edoardo Sylos Labini e sposata per intero, e con entusiasmo, dal direttore Sallusti e dalla redazione Cultura Spettacolo.
L'obiettivo è molto preciso: esaltare il merito. Ed esaltare soprattutto il merito di quegli artisti che, vuoi per mancanza di volani mediatici, vuoi per obiettiva e comprensibile mancanza di sostegno economico, fanno una fatica maledetta a mettersi in evidenza, a strappare una notiziola su questo o su quel giornale, su questo o su quel blog di settore. Il Giornale Off racconterà, domenica dopo domenica, gli spettacoli teatrali illuminati dalla scintilla creativa ma finora oscurati dai grandi media. I concerti o i dischi che viaggiano emarginati dal circuito della grande promozione. I programmi tv, magari anche quelli che stanno sbocciando sul web, che meriterebbero di essere «in» ma che sono costretti a restare «off», estranei alla comunicazione multistrato di cui ormai qualsiasi spettacolo e qualsiasi opera ha bisogno per raggiungere il cuore del pubblico. È un esperimento, oltre che una sfida, che ha come sottinteso anche il desiderio di scardinare le consuetudini e di levigare le ruggini o le incrostazioni ideologiche che talvolta indirizzano i gusti del pubblico beatificando i soliti noti. È un tentativo che l'agilità del web potrà senz'altro aiutare, e difatti il sito del Giornale lavorerà in sinergia per presentare approfondimenti, interviste e aggiornamenti su quanto di volta in volta pubblicato in edicola.
Ed è un tentativo che per fortuna l'Italia rende ancora più facile di quanto accada in altre nazioni, spesso costrette a ruotare intorno a due, tre, massimo quattro centri strategici. Da noi, dove non soltanto le metropoli ma anche le province sono innervate pressoché ovunque da un costante fermento creativo, c'è un fitto macramé inesplorato di spettacoli che magari sopravvivono in scena per poche repliche ma che meriterebbero ben più attenzione. Ci sono ottimi dischi di ragazzini pieni di talento ed entusiasmo che vengono però distribuiti male e comunque trattati con rilievo residuale persino sulle testate specializzate. E c'è una mappatura di teatri off che merita di essere finalmente messa sotto il riflettore della cronaca e della critica perché lì può trovare soddisfazione anche lo spettatore comune, quello insomma che non è maniacale. Qualche chicca. Qualche messinscena. O qualche adattamento magari a pochi passi da casa.
Perciò il Giornale Off, grazie anche alle sue firme, cercherà di scandagliare a poco a poco questo mondo sommerso ma vitale, anzi spesso più vitale di quello illuminato costantemente dai riflettori. È un ritorno alle origini, al boom di inizio anni Sessanta quando, dopo la tempesta della guerra e la ricostruzione, anche il flusso artistico ha ripreso fiato e trovato nuovi canali. Oggi, dopo lo tsunami del web e l'assopimento delle solite e onnivore istanze ideologiche, c'è un risorgimento di creatività che spesso sfugge ai grandi media. Ma che merita la più sincera delle attenzioni. Con l'obiettivo di far diventare molto «in» ciò che per tanto tempo è stato immeritamente «off».

Perciò siamo qui: per accendere la luce dove finora è rimasta spenta.

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