Le grottesche avventure di un giovane medico portano Bulgakov in tv

Le grottesche avventure di un giovane medico portano Bulgakov in tv

Se le favole occidentali iniziano sempre con un «c'era una volta» quelle russe preferiscono il dato spaziale a quello temporale. L'incipit è «in un Paese lontano lontano». Ecco, quella lontananza caratterizza anche la prima vera opera letteraria di Michail Afanas'evic Bulgakov (1891-1940), ovvero i nove racconti di Appunti di un giovane medico. Solo che in questo caso la favola si tinge rapidamente di cruda realtà e di grottesco. Sì, perché il padre di Cuore di cane e de Il Maestro e Margherita aveva iniziato la carriera come medico. Subito dopo essersi laureato in medicina, a Kiev nel 1916, Venne mandato nel remoto villaggio di Nikol'skoe, nel governatorato di Smolensk, dove esercitò per circa un anno in un ospedale di campagna: era l'unico medico e a volte faceva anche cinquanta visite al giorno. Da quell'esperienza, quasi un viaggio in un mondo ancestrale e alieno, nacquero piccole perle letterarie che ebbero l'onore di essere pubblicate assieme soltanto nel 1963, quando Bulgakov era già morto.
Ora questi racconti hanno assunto anche la forma della serie televisiva. Si tratta di una produzione britannica del canale Sky Arts che da oggi arriva anche in Italia. Le prime due puntate andranno in onda su Sky Arte HD alle 21,10 e alle 21 e 35. La mini serie poi tornerà il 28 maggio e il 4 giugno, mentre è prevista per l'11 giugno una maratona con la replica di tutte le puntate. Episodi brevissimi, un'ambientazione perfettamente bilanciata tra il gusto inglese del surreale e la drammaticità della steppa russa più solitaria e gelata (opera del regista Alex Hardcastle), due attori d'eccezione per interpretare il protagonista, il dottor Vladimir Bombgard. Infatti, in una serie continua di flash back e di discronie lo spettatore incontra il giovane Bombgard appena giunto in un remoto ospedale dove gli si presentano i pazienti più incredibili. E a dargli viso e voce è Daniel Radcliffe, l'Harry Potter della saga tratta dai libri di J.K. Rowling. Ma c'è anche un vecchio Bombgard, ormai trasferito in città e perseguitato dalla polizia sovietica, interpretato dallo statunitense Jon Hamm, volto di Don Draper in Mad Men.
Il risultato è un prodotto alto, con una recitazione quasi teatrale che racconta sulle tracce di Bulgakov, ma senza essere pedissequo, i dubbi e le speranze della giovinezza, la povertà della Russia contadina, il peso dell'apparato sovietico, il sottile confine tra la vita e la morte che un medico deve affrontare, spesso sbagliando... E il disinganno figlio dell'esperienza. Quel disinganno che ad anni di distanza fa apparire sempre e comunque la giovinezza come un momento meraviglioso. La narrazione a tratti è claustrofobica, a tratti carica di un umorismo a metà tra i Monty Python e le disavventure mediche raccontate in Cuore di cane. E anche i comprimari (tra cui Adam Godley) che interpretano gli infermieri e la levatrice della clinica mostrano quel mestiere che fa degli attori inglesi tra i più apprezzati al mondo.


Certo, non si tratta di una serie blockbuster. Ma è davvero un bel tributo per l'uomo che si vide costretto a scrivere a Stalin: «Per le mie opere non vi sono speranze. Chiedo dunque al governo sovietico di esiliarmi d'urgenza».

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