Cultura e Spettacoli

Harper Lee scrisse un pezzo sulla strage di «A sangue freddo»

Eleonora Barbieri

Un altro testo inedito di Harper Lee, che appare in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita (domani, 28 aprile). Anche se non è sicuro al cento per cento che sia suo (guarda caso...), perché l'articolo in questione non è firmato. O meglio, non fu firmato da quella che allora era una trentaquattrenne Harper Lee, nel marzo del 1960, quando uscì sul Grapevine, rivista per professionisti dell'Fbi. E perché l'autrice del Buio oltre la siepe avrebbe scritto su un magazine per federali? Perché l'articolo si occupava del caso che da mesi occupava le cronache e l'immaginario: l'assassinio brutale di una famiglia in una fattoria del Kansas. Padre, madre e due bambini. I Clutter, cioè le vittime del capolavoro di Truman Capote, A sangue freddo.

Harper Lee, come è noto, aveva seguito l'amico Capote nelle campagne del Kansas, per aiutarlo nelle ricerche (lui la definirà una «assistente alle ricerche», anche se la questione del contributo di Harper Lee è da anni oggetto di dibattito). Il risultato comunque sarebbe (il condizionale con Harper Lee è d'obbligo, specie dopo il caso editoriale creato dal «nuovo» libro, Va' metti una sentinella, e dopo la morte dell'autrice, nel febbraio scorso, preceduta dalla morte della sorella, che da sempre ne aveva curato e protetto gli affari) un articolo della stessa Lee, di cui per anni si è vociferato all'Fbi, anche se a firma sua negli archivi non compare nulla. Il sostenitore della attribuzione dell'articolo a Harper Lee è Charles J. Shields, autore di una biografia aggiornata della scrittrice, che al Guardian ha spiegato che nel marzo del 1960 su Grapevine era stato pubblicato un pezzo «molto ben scritto» sulla strage della famiglia Clutter; e, soprattutto, su un altro foglio del Kansas, il Garden City Telegram, Shields ha scoperto un trafiletto che annuncia un articolo di Harper Lee, su Grapevine, che avrebbe raccontato «la storia del lavoro dell'Fbi in generale e dell'agente Al Dewey in particolare sull'assassinio dei Clutter». Un crimine che nell'articolo la (presunta?) Lee definisce «il più straordinario caso di omicidio nella storia dello Stato», mentre del detective Dewey scrive che il suo ruolo «fu doppiamente difficile; il vecchio Herbert Clutter era un suo caro amico... e gli indizi su cui Dewey e i suoi colleghi cominciarono a lavorare all'inizio erano esigui». L'articolo sarà ripubblicato sul numero di Grapevine di maggio, perché di Harper Lee non si butta via nulla..

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