Alla tv deve la grande popolarità e, non manca di ricordare, «dalla tv sono partita, quando mi sono trovata a un bivio tra teatro e piccolo schermo, e ho scelto quest'ultimo. Era il 1977, si trattava di uno sceneggiato Rai intitolato Una donna, ebbe un grosso successo». Oggi di sceneggiato non si parla più, ci sono le fiction, e con questa Giuliana De Sio si è confermata uno dei volti più noti al pubblico, basti pensare a Il bello delle donne e, giusto quest'anno, il ritorno ne Il bello delle donne... alcuni anni dopo. Dal 15 febbraio la De Sio torna su Canale 5, in prima serata, con dieci puntate di una nuova serie intitolata Amore pensaci tu, prodotta da Publispei di Verdiana Bixio, con nel cast Emilio Solfrizzi, Fillippo Nigro, Martina Stella.
In qualche occasione le è scappata la confessione di essersi un po' stancata della fiction: è vero?
«Stancata? Se c'è un lavoro che non è ripetitivo è quello dell'attore. Piuttosto, mi capita di dire che in questo paese le occasioni di fare dei bei voli pindarici, per chi sa volare veramente, non sono molte. Alla tv devo molto, ma se ho cominciato a fare questo lavoro è perché sentivo un richiamo fortissimo per il cinema. Alcune fiction sono molto ben fatte, ma richiedono un coinvolgimento minore».
Le manca il cinema?
«Certo che sì. Ma sembra che non ci siano ruoli adatti a me. E comunque vorrei sfatare il mito che noi attori, soprattutto se di una certa notorietà, selezioniamo solo ruoli che ci aggradano. Io non faccio solo quello che voglio, diciamo che faccio benissimo ciò che mi viene offerto. Al cinema sono stata pluri-premiata e poi la verità è che non hanno più saputo cosa farmi fare. Non potevo più essere la fidanzata del comico, o la diva, o la femmina sexy, che tra l'altro non corrisponde alla mia natura. Poi è tornata la tv, che come una piovra mi ha afferrato. Vorrei che arrivasse un grande autore di cinema e mi strappasse alla dimensione televisiva».
Cosa l'ha convinta a partecipare ad Amore pensaci tu?
«Mi piaceva il racconto sulle varie dinamiche famigliari e poi, per quanto mi riguarda, il rapporto conflittuale tra il mio personaggio e quello che dovrebbe essere il mio genero, diciamo così...».
Perché, chi interpreta lei?
«Io sono Tina, donna dinamica madre di un ragazzo gay che convive con un compagno, interpretato da Fabio Troiano. A causa della morte per malattia di mia figlia, e per suo volere, la mia nipotina finisce affidata a loro due. Ovviamente io cerco di entrare in ogni situazione, cercando di regolare la loro vita, soprattutto per proteggere mia nipote. Che però non deve osare chiamarmi nonna. Le scintille tra me e mio genero nascono dal fatto che il tradizionalista è lui».
Tina sembra una donna che sa il fatto suo: ai personaggi spigolosi lei sembra abbonata...
«No, mi dispiace ma questo è un luogo comune. Solo chi mi conosce attraverso la tv cade in questo errore: per anni ho portato sul palcoscenico una donna fragile e dolce, con cui il pubblico entra facilmente in empatia, nella piéce Notturno di donna con ospiti, dramma di Annibale Ruccello».
Un personaggio affascinante che ha conquistato plausi di critica e pubblico ma che, se non sbagliamo, finisce per uccidere i propri figli...
«Sì, è una casalinga semplice e ingenua, che vive in un paesino fuori Napoli. Una visita imprevista le farà vedere la vita da un punto di vista totalmente altro, l'alcol poi si rivelerà fatale».
Quali sono i suoi progetti all'orizzonte?
«Un ritorno al cinema, in una commedia, ci sarà: in primavera esce La verità, vi spiego, sull'amore, diretto da Max Croci, con Ambra Angiolini e Carolina Crescentini».
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