Le indagini fanno scoprire il lato oscuro dell'ispettore

In "Non spegnere la luce" di Minier e "Roma enigma" di Piersanti, commissari sull'orlo di una crisi di nervi

Le indagini fanno scoprire il lato oscuro dell'ispettore

Basta curiosare fra gli scaffali di una libreria italiana qualsiasi per notare quanto gli scrittori francesi nelle ultime stagioni si siano misurati con successo e gradimento di pubblico con il genere thriller. Pensiamo a Fred Vargas, Guillame Musso, Franck Thilliez, Maxime Chattam, Pierre Lemaitre, Michel Bussi, autori in grado non solo di competere con anglosassoni, statunitensi e scandinavi per la complessità dei plot ad alto tasso di adrenalina, ma anche di mostrare che esiste una linea di suspense francofona originale.
Chi probabilmente ha aperto la strada è stato Jean-Christophe Grangé con il celeberrimo I fiumi di porpora (1997). E non a caso Il demone bianco di Bernard Minier (Piemme), uscito nel 2011, ha un legame sentimentale con quella storia. È la prima indagine del comandante Martin Servaz, ambientata in un paesino innevato dei Pirenei dove un cavallo decapitato viene trovato fra i cavi di una teleferica e porterà a una complessa inchiesta. A quella storia hanno fatto seguito altri quattro romanzi firmati dall'ex doganiere francese che hanno letteralmente dominato le classifiche d'Oltralpe. La Nave di Teseo decide ora di reinvestire su Bernard Minier e sul suo Servaz, protagonista anche di una fortunata serie televisiva, con Non spegnere la luce, in cui lo scorbutico e solitario comandante di polizia quarantenne indaga sulla morte di un'artista suicida della quale gli vengono recapitate le chiavi di casa per posta ma dovrà anche dare un volto al misterioso stalker che perseguita la speaker radiofonica Christine Steinmeyer. Per poter indagare Martin Servaz dovrà smettere di curare la propria depressione e riaffrontare i demoni interiori. Lui che avrebbe voluto fare lo scrittore e che guarda il mondo con gli occhi «più che di un poliziotto», «di un poeta, di un filosofo e di un sopravvissuto».
Non meno inquieta la vita dell'ispettore Mariella De Luca, creata da Gilda Piersanti, che i lettori hanno già conosciuto grazie ai precedenti Estate assassina e Giallo Caravaggio (Bompiani) e che vedranno in autunno in televisione sulla Effe interpretata in alcune fiction da Camille Panonacle. Nonostante le origini italiane, Gilda Piersanti ha sempre scritto le storie del suo personaggio in francese, ma ha scelto ambientazioni squisitamente italiane, come conferma Roma enigma (La Nave di Teseo). In una sera di primavera una giovane studentessa viene uccisa sulla soglia della Pasticceria Damiani con un colpo di carabina. L'arma del delitto sembra essersi volatilizzata nel nulla e gli inquirenti non sanno come muoversi per cercare di dare un volto all'assassino.
Se nell'incipit l'omaggio di Gilda Piersanti al racconto Winchester M2 di Giorgio Scerbanenco contenuto nel Centodelitti sembra esplicito, possiamo aggiungere che anche Paolini, Proust e Gadda, citati in apertura di romanzo, hanno, con Puccini, il ruolo di numi tutelari di questa storia ambientata a Roma nel popolare quartiere della Garbatella. L'ispettore Mariella De Luca questa volta non riuscirà a svolgere in maniera lucida la propria inchiesta. Si farà coinvolgere personalmente e verrà ingannata anche direttamente dall'assassino.

Un omicida le cui ossessioni non sono in alcun modo condivisibili e che ama uccidere in maniera lucida, facendo di tutto per portare sull'orlo della disperazione la poliziotta che da cacciatrice si trasformerà presto in preda e vittima.

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