Cultura e Spettacoli

"Interpretare Eros? Una sfida con me stesso"

Ogni mercoledì in prima serata su Rai Due c'è la seconda stagione di Volevo fare la Rockstar. Abbiamo parlato con Riccardo Maria Manera che nella fiction interpreta il giovane Eros

"Interpretare Eros? Una sfida con me stesso". A tu per tu con il protagonista di Volevo fare la Rockstar

In onda su Rai Due con gli episodi inediti della seconda stagione, la fiction diretta da Matteo Oleotto è tornata in prima serata per raccontare – ancora una volta – i sogni, gli amori e le aspirazioni dei giovani d’oggi. Con un cast di grandi stelle del cinema italiano, tra cui spuntano Giuseppe Battiston e Valentina Bellè, in Volevo fare la Rockstar c’è anche il giovane Riccardo Maria Manera che presta il volto al celebre Eros. L’attore, conosciuto per essere apparso in Né Romeo Né Giuletta nel film di Veronica Pivetti e nella sesta stagione di Provaci ancora Prof, nella serie di Rai Due interpreta un ragazzo carismatico e fuori dagli schemi. Nei nuovi episodi sta affrontando le conseguenze del coming out. Noi lo abbiamo intervistato e ci ha rivelato i "segreti" del suo personaggio.

Come descriverebbe Eros e come è cambiato nella seconda stagione della fiction?

"È molto semplice. Eros è uno spirito libero e nei nuovi episodi ha compiuto tanti passi in avanti, rispetto alla prima stagione. E’ cresciuto non solo anagraficamente ma anche dal punto di vista psicologico. Questo perché la fiction si è trovata di fronte a un punto di svolta e si è trovata ad affrontare un importante macro tema: come il problema identitario e la riscoperta di se stessi. Sono tante piccole cose che il mio Eros si trova ad affrontare. Ad esempio, si è iscritto all’università anche se per lui è solo un passatempo. Come il pubblico ha visto nei primi due episodi, Eros ha trovato una persona che sembra aiutarlo nel percorso di riscoperta che ha intrapreso".

Lei ha definito Eros uno spirito libero. E nella realtà chi è il vero Riccardo?

"Sotto certi aspetti io ed Eros siamo molto simili, anche se non condividiamo gli stessi gusti sessuali. Essenzialmente, interpretare un ragazzo come lui è stata una bella sfida perché sapevo che stavo per entrare in un territorio un po’ complicato ma, proprio per questo, volevo che tutto funzionasse alla perfezione".

Nella seconda stagione il suo personaggio sta affrontando le conseguenze del coming out. Per lei, cosa ha significato rappresentare in tv il tema della scoperta e dell’accettazione di se stessi?

"Sono una persona dalla mentalità aperta, quindi sono stato contento di dare voce a chi non ha possibilità di farlo. Anche se non sembra, non è affatto scontato andare in prima serata e su Rai Due con un macro tema del genere. La diversità, appunto. E, come dicevo, la sfida è proprio questa. Sono incredibilmente felice però del lavoro svolto, perché ho ricevuto molti messaggi di apprezzamento per il compito che ho svolto. Questo fa capire che il personaggio di Eros arriva al cuore del pubblico e, per un attore che presta solo un volto a un personaggio di fantasia, è una vittoria bellissima. Prima ancora di girare la prima stagione ero molto limitato su certi temi. La società ci porta ad avere tanti preconcetti sulle persone che, a volte, sono sbagliati. Diciamo che il ruolo di Eros è stata una vera scoperta anche per me".

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Crede che sia il momento giusto, anche per una persona giovane come lei, raccontare in prima serata un tema così importante?

"Sì, è una tematica molto sensibile. Però penso che sia giusto farlo. Per come la vedo io, non dovrebbe far più rumore parlare di certi argomenti in tv. Proprio per questo, tutti ci siamo impegnati per farlo al meglio e con naturalezza".

La fiction è un dramma familiare che strizza l’occhio alla tradizione americana. Sui social in molti hanno paragonato Volevo fare la Rockstar alla serie di Shameless, conosciuta anche in Italia. Secondo lei è possibile un paragone del genere?

"Mio malgrado non ho mai avuto modo di vedere Shameless. Quindi non posso mettere a paragone le due cose senza conoscere la serie di cui parli. Sono consapevole, però, che è una mia grande pecca. Inoltre non sei il primo che mi pone questa stessa domanda, quindi, forse, le due serie avranno veramente qualcosa in comune. Al di là di questi paragoni, considero la fiction un prodotto vero e dove la gente può trovare qualcosa. Se fosse ambientata in Calabria o nelle Marche non avrebbe perso il suo tratto distintivo. Affronta tematiche comuni in cui ognuno può identificarsi. È giusto che la storia sia costruita e raccontata in questo modo. In America sono molto più avanti di noi, sotto certi aspetti. Dico solo che se fosse stata girata negli Usa, la storia sarebbe stata ancora più audace".

C’è una formula "segreta" per il successo di Volevo fare la Rockstar?

"Secondo me non esiste una componente in particolare. Bisogna solo lavorare al meglio delle proprie possibilità per proporre allo spettatore qualcosa di interessante. Nel successo di un prodotto in tv o cinematografico influisce molto l’atmosfera che si respira sul set. Quando ho girato gli episodi sono stato molto bene e mi sono sentito come in famiglia. Uno dei set migliori in cui ho lavorato".

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Cosa accadrà a Eros nel corso delle prossime puntate? Senza spoiler, ovviamente…

"Non voglio rovinare la sorpresa al pubblico. L’unica cosa che posso dire è che per lui si intravede all’orizzonte tanta felicità".

E dopo Volevo fare la Rockstar cosa c’è nel suo futuro lavorativo?

"Prossimamente sarò in un film per il cinema. Al momento invece sono impegnato sul set di un’altra fiction, ma non posso rivelare altro".

Ci sarà una terza stagione?

"Sono un attore e in quanto tale non ho notizie in merito. Siamo sempre gli ultimi a sapere le cose. È ancora troppo presto, però.

Bisogna aspettare ancora un po’ di tempo".

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