Intervista a Stefano Bollani: "Dalla Scala a Frank Zappa i miei suoni senza frontiere"

Il versatile pianista pubblica un nuovo cd con Chailly. Poi sarà al Piermarini e sulla Rai in prima serata

Intervista a Stefano Bollani: "Dalla Scala a Frank Zappa  i miei suoni senza frontiere"

Attenzione, mai mettere limiti alla provvidenza. Nel favoloso mondo di Stefano Bollani, pianista di talento libero, succede di tutto. Persino che i critici più talebani inizino ad applaudirlo (finalmente). O che la Rai capisca di aver sbagliato a mandarlo in onda a mezzanotte (rarissimo). Bollani è uno da prima serata e difatti lì troneggerà con il suo show da ottobre su Raitre. Però non si sa quando potrà pensarci perché, povero lui, nel frattempo ha presentato un nuovo disco, quel Sounds of the 30’s, registrato con Riccardo Chailly e la stupefacente Gevandhaus Orchester. Tra pochi giorni sarà in cartellone a San Paolo e a Rio de Janeiro. Dal 15 al 21 aprile suonerà alla Scala, sempre con Chailly ma stavolta con la Filarmonica. Poi a Roma con Daniel Harding e questo solo per arrivare a fine mese. «E dire che mando avanti anche due vite private», dice prendendosi in giro perché, dai, a una trottola impazzita come lui va di lusso tenerne in piedi già una sola.

Scusi Bollani, a lei piace proprio andare controcorrente.

«In che senso, prego?».

Ci prende gusto a suonare a modo suo i grandi classici. Stavolta cosette tipo il Concerto di Ravel e il Tango di Stravinsky. Oppure il Surabaya Johnny dall’Happy End di Weill e Brecht.

«Ma no, non è una volontà precisa. Siamo tornati alla Gewandhaus a Lipsia, e con Chailly abbiamo fatto un viaggio intorno alla musica popolare e al tango degli anni Trenta. E sa che cosa le dico?»

Prego.

«È la musica dell’ultimo periodo in cui i gusti popolari sono andati d’accordo con quelli della critica. Poi le due strade hanno preso direzioni opposte. E nel frattempo è stato inventato il rock, che ha complicato ancora di più la faccenda».

Chiarissimo. D’altronde dicono che lei sia un divulgatore della musica.

«Davanti a chi proprio non mi sopporta, riesco a salvarmi per questo motivo: sarei un divulgatore».

Allora come definisce questo disco?

«Un disco di musica speziata».

Ma sembra una recensione gastronomica.

«A parte gli scherzi, mi piace considerare la musica a 360 gradi. E di certo non solo il solo, anche se questo a qualcuno può non piacere. Ad esempio, anche Leonard Bernstein era uno che quasi alla fine della sua carriera si è messo addirittura a comporre una Messa per un gruppo rock. E, prima, un musical per Broadway. Qualcuno può dire che Bernstein non sia bravo?».

Anche Bollani spazia.

«Ho anche finito di fare un tour in tributo di Frank Zappa».

Il prossimo anno sarà il ventennale della morte.

«E io ho registrazioni di tutti i concerti che abbiamo fatto. Magari ne esce anche un disco».

Inarrestabile. Prima però c’è la Scala.

«Dal 15 al 21 aprile. Dirige naturalmente il maestro Chailly».

Lei gioca senza ruolo, si sa.

«Non lo so. Di certo, tra tutti i brani di questo disco, il Concerto di Ravel è quello che mi riempie più di orgoglio. Lo sogno da ragazzino e, per essere sinceri, non avrei mai pensato di riuscire a raggiungerlo. E senza sbagliare una nota».

Poi con l’Orchestra più «severa» del mondo.

«I maestri di Lipsia iniziano a suonare a mattino presto. Ed è giusto così. Fosse stato per me, io inizierei a provare a metà pomeriggio. Ma ormai ho accettato quegli orari. E sono rassegnato».
Con loro aveva già inciso quel Rhapsody in blue che è stato per oltre trenta settimane in classifica.
«Un’esperienza così bella che ho già messo in conto che per almeno due settimane all’anno io vado, come dire, in collegio a fare orari regolari con i maestri di Lipsia. Se pensa che di solito vado a dormire non prima delle quattro».

Addirittura.

«Dopo il concerto, è il momento più bello. Si può leggere, riflettere, ascoltare musica, aprirsi alle idee del mondo».

Un nottambulo. Sarà per questo che il suo show su Raitre, Sostiene Bollani, andava in onda a mezzanotte.

«Ma no, quellla mica era una mia decisione.

Ma adesso, a parte lo speciale che faremo il 30 aprile, tornerò in tv a ottobre. E credo che lì avrò un orario migliore, ossia ben prima della mezzanotte. Così poi dopo posso tornare a casa e rimettermi a suonare ancora un po’».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica