Cultura e Spettacoli

Un italiano riscopre reperti di antichi templi greci

Non si può mai sapere cosa è possibile scovare nei magazzini di grandi musei con una lunghissima tradizione come il British Museum di Londra (fondato nel 1753 dallo scienziato e filantropo Hans Sloane). Il museo come molti altri al momento è chiuso e questo ha interrotto il riordino dei fondi. Ma era stato iniziato a febbraio scorso un profondo riordino dei fondi romani e greci. Così nei suoi magazzini sono stati scoperti frammenti di manufatti attribuibili a celebri templi dell'antica Grecia, come quello di Apollo a Daphni, situato lungo la Via sacra che collegava Atene al santuario di Eleusi, giunti nella capitale inglese insieme ai leggendari marmi del Partenone acquistati da Lord Thomas Bruce, conte di Elgin, agli inizi del XIX secolo.

La scoperta, o meglio riscoperta, si deve in questo caso a un dottorando della Scuola Normale di Pisa, Giuseppe Rignanese, 31 anni, nato a Manfredonia (Foggia), perfezionando in archeologia e storia dell'arte greca e romana, il quale ha riportato alla luce architetture di templi greci e che sta predisponendo un'edizione aggiornata del catalogo dei manufatti antichi che si trovano presso la prestigiosa istituzione britannica.

La ricerca del giovane studioso, concentrata in un primo momento sui materiali provenienti da Atene e dall'Attica e conservati nei magazzini del museo londinese, ha portato all'individuazione di frammenti di strutture architettoniche, alcune delle quali furono acquisite dall'architetto Henry William Inwood e da Lord Elgin, riferibili ora, grazie all'analisi condotta da Rignanese, ad alcuni celebri templi attici a lungo trascurati nella letteratura scientifica.

Come ha spiegato Peter Higgs - senior curator del Greek and Roman Department del British Museum- i lavori al momento sono interrotti, ma riprenderanno al più presto: «Tutto questo lavoro avrà un grande impatto nel campo dell'architettura antica ed è degno di pubblicazione. Sosterremo e assisteremo Giuseppe Rignanese in questo progetto in ogni modo possibile».

Non è per altro la prima collaborazione proficua con la Scuola Normale di Pisa, un'eccellenza nel mondo.

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