Joseph Kaufmann, il calore germanico doc

Quando era un ragazzo irrequieto, Jonas Kaufmann esaltava il ritmo; oggi che è il tenore numero uno del mondo comprende il ruolo fondamentale della melodia. Per l'uscita del suo nuovo album Dolce vita (Sony), sottolinea che in Italia è ancora possibile «tessere un filo unico dall'800, o ancora prima, fino ai nostri giorni, che unisce l'opera lirica e la canzone napoletana e quelle canzoni scritte per grandi tenori e per trasmettere emozioni.» Il 12 settembre prossimo Kaufmann lancerà il nuovo album al Teatro di San Carlo a Napoli. Per il momento evitiamo commenti sulle scelte repertoriali ecc., segnalando quest'attestato d'amore verso la canzone napoletana e i miti vocali italici (Caruso, Gigli, Mario Lanza, Del Monaco, Pavarotti). Cultore della buona tavola e del caffè, Kaufmann assapora la «dolce vita» fin da quando frequentava bambino i lidi della Romagna e le spiagge della Calabria. Le benvenute indulgenze verso la canzone napoletana non sono recenti. Nel 2004, dopo aver cantato al San Carlo l'oratorio di Haydn, la Creazione, «venne da me uno del coro e mi invitò a restare per un brindisi. E fu così che mi chiesero di cantare per loro: Maestro lei ha la voce giusta, ci faccia sentire qualcosa di bello. E così cantammo tante belle canzoni come Torna a Surriento. Dopo il rigore dell'oratorio, si creò un'atmosfera davvero magica».

Calore di voce latina e sangue germanico doc, miscela miracolosa con un solo precedente, Fritz Wunderlich, il «meraviglioso» liederista con la luce del sole nel timbro: «cantava con l'anima, cosa molto rara per un tenore tedesco.»

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