Kazuki Yamada entusiasma con Mahler

Conoscete Mahler? Nessuno lo ha conosciuto meglio di Henry Louis, barone de la Grange, biografo francese onniscente del grande compositore boemo. Il Printemps des arts di Monte Carlo per introdurre la sua gran retrospettiva mahleriana è ricorso alla straordinaria collezione di documenti, dal bronzo di Auguste Rodin alle silhouettes del demone sul podio in azione di Böhler, alla magica bacchetta che riformò l'Opera di Vienna, dono della vedova Alma Schindler, che de la Grange ha lasciato alla mediateca Mahler di Parigi. Quando il biografo-musicologo iniziò il suo lavoro, Mahler non era difeso solo dal prestigio pionieristico di allievi e amici (Walter, Klemperer, Mengelberg), ma era diventato con Bernstein autore di successo planetario. Oggi il suo «tempo» è arrivato, come dimostra l'esecuzione nitida che il neo direttore della Filarmonica di Monte Carlo, Kazuki Yamada, ha offerto della Quarta sinfonia (come conoscono bene i direttori nipponici le buone maniere, come sanno dosare le dinamiche, smussare le asprezze, sussurrare i fremiti, ordinare il discorso, lucidare il suono...). Prima di Mahler, la decana dei compositori francesi, Betsy Jolas, ha presentato Storie vere, doppio concerto scritto per la tromba di Hakan Hardenberger e il pianoforte di Roger Muraro.

Il Portrait Mahler prosegue fino al 10 aprile con insigni orchestre ospiti (Bamberga, Amburgo e Stoccarda). Finale con l'alfa e l'omega sinfonico (Prima sinfonia e adagio torso della Decima), con i filarmonici monegaschi guidati dall'ex Peter Pan del podio, l'inglese Daniel Harding.

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