Laestadius, prete-detective a caccia di orsi (e delitti)

Laestadius, prete-detective a caccia di orsi (e delitti)

Mettere un orso in pentola è una operazione poco gradevole. Specialmente bollirne la testa... Eppure succede anche questo in Cucinare un orso di Mikael Niemi (Iperborea, pagg. 508, euro 19,50), perché l'orso in questione è ritenuto responsabile di avere ucciso una giovane serva della cittadina lappone di Pajala, nell'estremo Nord della Svezia, nell'anno 1852. O meglio, la bestia (innocente, come Niemi - che è mezzo lappone di origine, ed è cresciuto a Pajala - lascia subito intuire) è considerata la responsabile dalle cosiddette «autorità» cittadine, ovvero il corpulento giudice distrettuale Brahe, molto affezionato all'acquavite come da usanza locale, e il suo assistente Michelssohn, uomo mingherlino dalla calligrafia sorprendentemente elegante. Ma non la pensa certo così il pastore della chiesa di Kengis, Laestadius, predicatore del movimento riformato del Risveglio (nella realtà, Lars Levi Laestadius, 1800-1861). Alle sue messe i fedeli sono presi da estasi, ballano e cantano per il fervore, mentre il pastore, di origini sami, si scaglia contro l'alcol che devasta le famiglie e cerca di salvare le sue pecorelle attraverso l'istruzione: così ha fatto con il noaidi Jussi, il giovane lappone che ha accolto in casa come un figlio, dopo averlo trovato abbandonato per strada. Jussi, maltrattato dalla madre, abituato a qualunque crudeltà, oggi è disprezzato da tutto il paese. Perché è un noaidi, uno sciamano, un lappone.

Laestadius è un pensatore, un po' moralista, con aspirazioni rivoluzionarie, ma anche un osservatore attentissimo, come dimostra la sua passione per le piante (di notte sogna di incontrare Linneo che gli mostra il suo erbario in esclusiva). E si impegnerà in ogni modo per risolvere il mistero della giovane uccisa, che sarà presto seguita da un'altra vittima, e poi un'altra... Al fianco di questo Sherlock Holmes dell'estremo Nord c'è il fidato Jussi, il ragazzo sami disposto a seguirlo in tutto, tranne quando la sua mente si lascia trasportare dalla bellissima Maria, di cui è innamorato senza che lei mostri di ricambiarlo.

La natura, nella Lapponia selvaggia, non ha pietà, ma impone una legge chiara: se non agisci, muori. Sono gli uomini, con i loro demoni, a seminare ambiguità e a fare sì che l'oscurità si diffonda. Anche se Laestadius, con tutti i suoi limiti e i suoi dubbi, fa di tutto per risvegliarli.

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