Fatta la proporzione fra i biglietti venduti e gli sbarchi al Lido, per ogni spettatore che entra in sala ci sono cento fan che restano fuori - il tutto moltiplicato per l'audience della diretta tv - e il Festival lo guardano vedendo i film sfilare sul red carpet. È anche da lì che passa il grande Cinema. Tutti vogliono mettersi in Mostra.
Registi, attori, modelle, influencer, divissimi e stelline, mega star e Taylor Mega: tutti vogliono salire sul red carpet - e c'è da chiedersi a volte a far che - in smoking, in kimono, vestaglia di seta, nude look, minigonne e abiti lunghi.
Ma quanto è lungo un red carpet? Per Livio Beshir, dieci anni. Padre americano di origine egiziana e madre italiana, studi di recitazione a New York, gavetta teatrale e poi attore di cinema (debuttò in Intolerance di Citto Maselli presentato qui a Venezia nel '96...), dal 2010 è volto ufficiale di Rai Movie. Presenta - niente di meglio per un conduttore che avere l'esperienza dell'attore - il magazine e i red carpet in occasione della Mostra del cinema di Venezia, del Festival di Roma, di Cannes e della serata dei David... Ha stretto la mano a mezza Hollywood, e con l'altra metà chiacchiera di cinema. Li conosce tutti, e tutti si ricordano di lui. «L'altra sera, al red carpet di Marriage Story a Scarlett Johansson ho chiesto scherzando come fa a essere identica a sei anni fa: e lei ha chiesto come faccio a essere sempre uguale anch'io...». E il caso di Scarlett Johansson è la dimostrazione che più la star è grande, più la persona è affabile. E viceversa. «È una regola di ferro: il mostro sacro è sempre gentilissimo, alla mano. L'attricetta che ha fatto il suo primo film crede già di essere Marilyn Monroe. Ne ho viste tante...».
Centinai di film visti («Se no, le interviste come le preparo?»), una diretta al giorno dal Palazzo del Cinema e 11 smoking nell'armadio firmati Carlo Pignatelli, quella di Livio Beshir è una vita da red carpet. Con le sue regole («La prima è mettere a proprio agio la star, che spesso è più nervosa di me visto che da lì a poco si dovrà confrontare con la reazione del pubblico: i fischi in sala sono l'incubo peggiore per un attore») e con la sua fenomenologia, fra attori eccezionali («Te li dico subito quelli di quest'anno: Meryl Streep per il carisma, una regina assoluta, e Scarlett Johansson per la bellezza, il suo sorriso non ce l'ha nessuno») e luoghi comuni. «Che gli italiani siano i migliori per eleganza è verissimo. Come stile, non li batte nessuno, neppure i francesi. Però non serve solo l'abito, ma anche il bon ton. Diciamo che spesso nelle delegazioni italiane spuntano personaggi che non si capisce bene perché siano qui. Hanno l'accredito per salire sul red carpet, ma non un motivo per farlo. In questo americani e inglesi sono dei professionisti. Lo fa solo chi lo merita».
Il merito di Beshir - pelle di colore e outfit blu, nero e rosso - è che li ha incontrati e li conosce tutti, uno per uno. «Il più discreto? Brad Pitt: mai sopra le righe, sempre disponibile». «Le più belle? Di sempre, Charlize Theron e Monica Bellucci». «Il più affascinante? James Franco, quest'anno non c'è, peccato. Sa essere naturale e insieme sofisticato, sarà perché è un artista poliedrico: attore, regista, scrittore, modello...». «Il più carismatico? Sono un suo fan, ma dico John Malkovich». «Il più insopportabile? Diciamo che due anni fa, alla presentazione di Tre manifesti a Ebbing, Missouri Frances McDormand non si comportò benissimo: i fan continuavano a chiamarla e lei infastidita ha fatto un gestaccio». «Il più simpatico? Jim Carrey». Il peggio vestito? «Mah, per gli uomini è più difficile rompere la regola dello smoking. Diciamo che per ora il più audace della Mostra è stato Timothée Chalamet, coi pantaloni tagliati in basso e gli stivaletti...».
«La peggio vestita? Quest'anno Candice Swanepoel: puoi essere anche un angelo di Victoria's Secret, ma non ti presenti sul red carpet in camicia legata con la cintura... Finora è quella che ha esagerato di più». C'è tempo ancora per batterla. Alle 20 passa il red carpet dei Ferragnez.
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