"Lotte, cicatrici e soul: canto il mestiere della vita"

L'artista parla del cd che è un altro inizio: "Prima mi guardavo dentro, ora voglio far riflettere chi mi ascolta"

"Lotte, cicatrici e soul: canto il mestiere della vita"

Lui, che si sminuisce sempre, si sente «un mestierante della vita». In realtà nel suo nuovo album Tiziano Ferro riparte da capo pur rimanendo ciò che è diventato. Insomma ha sfruttato la sua storia per aprire una nuova fase che è tutta qui nel Mestiere della vita, tredici brani a più strati che escono oggi con tante letture diverse e sempre nuove. «Ho acquistato delle apparecchiature simili a quelle che avevo ai tempi di Rosso relativo, ho imparato a usarle bene e non l'ho fatto per nostalgia del passato per un bisogno di novità», spiega lui appena tornato da Los Angeles, dove ha trascorso molto tempo ma, attenzione!, «non mi sono trasferito lì né ho chiesto la carta verde», sorride. Quando parla della propria musica, Tiziano Ferro ha sempre lo spirito candido ed entusiasta del debuttante, nonostante dieci milioni di dischi venduti e il ruolo ormai inattaccabile di cantautore prezioso e coraggioso. «Ma quanta fatica...», aggiunge.

Perché, caro Tiziano Ferro?

"Le mie prime canzoni erano conseguenze di una chiusura, le chiamo canzoni pregresse perché parlavano di ciò che avrei voluto ma non era stato. Erano insomma cicatrici".

E ora?

"Ora sfrutto me stesso come spunto di riflessione per chi mi ascolta".

Si sente catartico?

"Non lo so, ma quando incontro le persone per la strada, spesso mi raccontano la loro vita. Da qui nasce anche il titolo".

Lo annuncia come un disco urban, con molto hip hop.

"La produzione è tornata senza dubbio all'essenziale. Io ho lavorato molto per la prima volta da solo, in viaggio, con i campioni e le sequenze. Poi certo la produzione di Michele Canova ha avuto il suo peso decisivo".

Il duetto con Carmen Consoli ne Il conforto potrebbe diventare uno dei cardini della sua carriera.

"È la mia cantante italiana preferita. Una volta al Forum, prima di cantare il brano che avevo scritto per lei (Guarda l'alba - ndr) mi ha definito la mia controparte maschile. Stavolta abbiamo cantato uno dei brani più importanti della mia storia".

La sua storia musicale è partita anche con il tour insieme ai Sottotono.

"E per celebrarla ho chiesto aiuto a Tormento (il leader dei Sottotono - ndr), che considero ancora uno dei migliori cantanti soul italiani. E per la canzone nella quale duettiamo mi sono inventato una parola nuova, steelo. My steelo parla di me quando ero ancora nei sottoscala, quanto tempo e quanta realtà è cambiata da allora...".

Ha vissuto a Londra, ora a Los Angeles...

"È la mia seconda base, là conosco persone con le quali faccio musica, scrivo, registro. E poi esco e c'è sempre il sole. Prima rifiutavo quel posto ma ora ci sto il più possibile".

Nell'album c'è un brano che si intitola "Solo è solo una parola". E uno dei versi è forse il suo biglietto da visita: "Il cuore è andato in guerra ma la vita non l'ho persa".

"Sono sempre in lotta. Mi sento un po' come se idealmente vivessi sulle montagne russe".

Anche Il mestiere della vita è un saliscendi di emozioni e arrangiamenti diversi. Con una chiusura a sorpresa: Quasi quasi. Un'atmosfera anni Settanta alla Mina e Cocciante.

"A me ricorda una sorta di Tenco con un beat quasi soul. Non diventerà mai un singolo ma va benissimo come chiusura".

Da giugno tocca al tour negli stadi già richiestissimo (ieri aggiunta la seconda data a Roma il 30 giugno). Siamo nell'epoca del secondary ticketing che ieri il Tribunale di Roma ha definito espressamente bagarinaggio online.

"È un evento drammatico che coinvolge tutti, specialmente il pubblico. Dopo la vicenda legata a Live Nation, che gestisce anche i miei concerti, ho fatto intervenire i miei legali: il tour non si può più fermare, anche nel rispetto dei fan. Ma dopo farò le mie riflessioni".

Tra il disco e il tour c'è di mezzo il Festival di Sanremo.

"Da Carlo Conti ho fatto l'esperienza più bella della mia vita in tv. Ha riportato la tv al servizio della musica".

Ci torna?

"Non ne abbiamo ancora parlato. Ma se lui vuole, io ci sono".

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