Meno male: i telespettatori premiano l'opera

Nel breve volgere di pochi giorni due dirette televisive della Rai hanno consentito all'immensa platea dei video-ascoltatori di assistere alle serate inaugurali della stagione del Teatro dell'Opera di Roma e del Teatro alla Scala di Milano, rispettivamente aperte dal Tristano e Isotta di Richard Wagner e da Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Il solo fatto che abbiano raccolto tanti telespettatori è una vera bella notizia, molto confortante in tempi di confusa sfiducia. Nelle cifre diffuse (i famigerati dati dell'audience) la piccola geisha di Puccini batte Isolda e la sua morte d'amore. Ma si sa che l'evento apertura della Scala, sovrasta e prescinde tutto, aspetti musicali e interpretativi compresi. Per questo si auspica sempre che gli «altri» teatri si tengano a distanza di sicurezza dall'apertura della Scala (almeno tre settimane), la quale con l'energia di una supernova investe con la sua onda d'urto mediatica la galassia musicale. Sempre nel rispetto dell'alto profilo culturale che rappresentano le «aperture» delle stagioni di due fra i maggiori teatri d'opera italiani, si rileva come i conduttori delle medesime dirette televisive, brillino per improvvida genericità riguardo la materia trattata.

In questo contesto gli

ospiti che sanno quello di cui parlano, fanno l'effetto di corpi estranei. Chi di dovere, se vuole, provveda, magari cominciando col fornire ai sullodati il libretto dell'opera, che è sempre lettura basilare e illuminante.

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