Nel suo nuovo libro, Decadenza. Vita e morte della civiltà giudaico-cristiana (Ponte alle Grazie, pagg. 597, euro 28), Michel Onfray, offre una significativa testimonianza del disorientamento di una certa intellettualità di sinistra di fronte alla crisi dell'Occidente. A suo giudizio, la decadenza dell'Occidente è dovuta all'inarrestabile indebolimento della religione giudaico-cristiana, per cui è al processo di secolarizzazione che va imputata la causa determinante di questa crisi. Senza dubbio l'«ateizzazione» della società, che nell'ultimo mezzo secolo ha investito tutto il mondo occidentale, ha scosso profondamente la vita civile e i valori che la reggevano. Ritenere tuttavia che il venir meno della fede religiosa ne sia la causa determinante è enfatizzare oltre misura solo uno degli assi portanti dell'Occidente perché la sua civiltà non può essere identificata per intero con quella giudaico-cristiana. Si tratta di un giudizio riduttivo, che finisce paradossalmente per coincidere con le tesi dei critici più reazionari che, da destra, accusano per l'appunto la Chiesa di aver abbandonato il suo ruolo di guida per tutti, credenti e non credenti.
In realtà la vera identità dell'Occidente è costituita da tre fondamentali fasi storiche: l'età greca, l'età medievale, l'età moderna. La prima rappresenta la riflessione filosofica, la seconda il momento religioso del cristianesimo, la terza, con il Rinascimento e l'Illuminismo, l'affermazione scientifica della ragione. La storia europeo-occidentale è la storia di questa progressiva e combattuta stratificazione, il cui esito finale può essere senz'altro individuato nella civiltà liberale. Non a caso solo la civiltà liberale, come dimostra tutta la storia (qui è inutile scomodare Weber e Husserl), ha saputo salvaguardare i vari ambiti - politico, religioso, economico, culturale, spirituale - della vita degli individui; solo essa, per quanto è stato storicamente possibile, ha creato una società libera e una concezione laica della vita, segnata dalla tolleranza e dal pluralismo assiologico; pertanto costituisce il modello più universale di convivenza politica, civile e religiosa finora conosciuto.
Onfray, se da una parte collide con la destra estrema, dall'altra collide con la sinistra estrema. Ricostruendo l'intera storia dell'Occidente con l'unica chiave interpretativa della centralità della religione giudaico-cristiana appiattisce, di fatto, tutto ciò che si è manifestato contro il suo autentico Dna per cui, per restare all'ultimo secolo, comunismo, fascismo, nazismo - e ora anche l'islamismo - non si presentano molto diversi dallo stesso liberalismo.
L'Occidente è destinato a cadere perché, essendo una delle tante civiltà della storia del mondo, non può essere la sua soluzione. Così il giudizio di Onfray passa da Spengler ai terzomondisti, a conferma del sostanziale estremismo ideologico che contraddistingue tutti coloro che non hanno veramente a cuore la stessa civiltà liberale.
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