Moccia ha tanta voglia di tre: così si chiude la saga di Step

Arriva (dopo la Spagna...) l'ultima parte della storia d'amore iniziata con "Tre metri sopra il cielo"

Moccia ha tanta voglia di tre: così si chiude la saga di Step

Ho tanta, ma tanta, tantissima voglia di te, di tre, di Step. Che c'è?

C'è che Federico Moccia è tornato. Tra un paio di settimane - il 18 aprile, evento di punta del Salone di punta Tempo di libri, a Milano - esce in Italia il nuovo libro dello scrittore-sceneggiatore-regista romano. E questa è la prima notizia. La seconda è che lo pubblicherà l'editore Nord (che ha vinto l'asta per i diritti, battendo diversi «grandi» concorrenti), diventando così la nuova casa editrice dell'autore, dopo Feltrinelli, Rizzoli e Mondadori. E poi c'è la terza notizia, che forse interesserà di più i fan: e cioè che si tratta del terzo (e ultimo? questo non si sa) capitolo della storia di Babi, Step e Gin, la saga d'amore (e anche bestseller) entrata nel cuore di una generazione, cominciata con Tre metri sopra il cielo e proseguita con Ho voglia di te. Titolo del nuovo capitolo: Tre volte te. Titoli di possibili sequel: Io e te; Tre di tre (ma è opzionato da Andrea De Carlo come seguito di Due di Due); Il cielo sopra di te (piace molto anche a Wim Wenders); Che sete. Ho voglia di tè; Io te e altri tre (non dispiace a Rocco Siffredi); Tutti sopra di te (romanzo genere gang bang); Ho voglia di tre (romanzo genere femminile); Te ne dò tre; ma anche Tre volte tre (uguale nove). Scherziamo, ovviamente.

Chi non scherza invece è l'editore, Nord. Dalla casa editrice fanno sapere, senza sbilanciarsi troppo, che la tiratura sarà «importante». Ma importante quanto? Risposta: «Si parte da un bacino di quattro milioni di lettori».

Del resto, Tre metri sopra il cielo, scritto nel 1992, fu stampato da un piccolo editore, Il Ventaglio, a spese dallo scrittore. Però poi s'impose col passaparola, soprattutto nelle scuole di Roma, fino a essere pubblicato, nel 2004, da Feltrinelli: divenne un clamoroso bestseller da un milione e 850mila copie vendute (con diritti di traduzione ceduti in tutta Europa, in Giappone e in Brasile). Lo stesso anno uscì il film con Riccardo Scamarcio. Due anni dopo, nel 2006, arrivò in libreria il seguito, Ho voglia di te, sempre da Feltrinelli, che sfiorò i 2 milioni di copie. Con film-sequel a ruota, sempre con Scarmacio (e Laura Chiatti). In mezzo ci sono stati altri libri e altri film firmati da Federico Moccia (con altalenante ritorno di pubblico). E ora, ecco Tre volte te (però in copertina c'è una fragola divisa in due). Come andrà?

Attenzione. Il libro - dopo che Moccia ha cambiato agente: da qualche tempo si è affidato a uno spagnolo - due mesi fa è stato pubblicato in anteprima mondiale in Spagna, da Planeta: Tres veces tú. Ed è andato stra-bene. Il giorno dopo l'uscita era già in ristampa. Mettici Moccia che laggiù è quasi più famoso che da noi, metti una storia d'amore eterna (e finita non molto bene per tanti lettori), metti una scrittura che ammicca già alla sceneggiatura cinematografica, mettici una trama... Già, ma quale è la trama? Come da quarta di copertina «Sono passati sei anni dall'ultima volta che Step ha incontrato Babi, la ragazza che prima gli ha fatto scoprire l'amore e poi gli ha spezzato il cuore. Adesso Step è una persona molto diversa ed è felice con Gin, la donna che ha perdonato i suoi errori e gli ha insegnato di nuovo ad amare. Ma ecco che, inaspettatamente, Babi torna come un tornado nella sua vita, e Step è costretto a riconsiderare tutte le sue scelte rimettendo di nuovo in discussione le proprie certezze...».

La certezza, per ora, sono le reazioni dei fan. Sulla pagina Facebook di Moccia, sotto il post che annunciava l'uscita italiana del nuovo libro, pochi giorni fa, si sono scatenati. Ecco un breve ma non inutile florilegio dei commenti, a futura memoria per una fenomenologia dei lettori di Federico Moccia: «Certi amori finiscono. Fanno dei giri immensi e poi ritornano»; «Già da queste poche righe, si possono percepire vibranti emozioni!»; «Ma il film quando esce?» (questa è una buona domanda, ndr); «I can't read or speak Italian but I can't wait to see what's next for Step, Gin and Babi) (noi non leggiamo l'inglese, ma ci sembra che non sia una grande domanda, ndr); «Dove si prenota?» (ecco un bel problema, forse in un chiosco sul Ponte Milvio?, ndr); «nn vedo l ora» (seguono varie faccine, ndr); «Libri e storie coinvolgenti, ma i film sono stati per me un gran dispiacere e una perdita di tempo!!!!» (un critico di scuola barthesiana che preferisce restare anonimo, ndr); «Lo estoy leyendo y la verdad me tiene muy interesada... ahora ya no se que hará Step» (una conferma che in Spagna il libro va bene); «Era ora»; «A me i continui (sic) non mi piacciono ne dei libri ne dei films» con la esse di films e senza accento sui ne; «Letta tutto d'un fiato questa anteprima» (l'anteprima erano sette righe della trama, ndr).

Comunque, resta il fatto che arriva un libro atteso da dieci anni (la seconda parte della trilogia, come detto, uscì nel 2006) e destinato a vendere in maniera pesante. Quindi non c'è da scherzarci troppo. Si può fare gli snob di fronte ai romanzi di Moccia, di Fabio Volo, di Andrea Camilleri, di Antonio Manzini, di Gamberale&Gramellini...

Poi però sono quelli che numericamente tengono in piedi un intero comparto della nostra editoria, quello della narrativa di massa. Che schifo non fa. Ce ne servirebbero tre volte tre, di Moccia. E per il resto, buona lettura. Step by Step.

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